A Barge «frena» l’auto digitale
Come può essere fatta una pastiglia dei freni «intelligente»? Ci ha pensato l’itt di Barge, il centro ricerche cuneese del colosso Usa da 40 mila dipendenti nel mondo, che sviluppa, produce e vende pastiglie per freni e materiali di attrito per il trasporto pubblico e privato. È un ampio lavoro di ricerca che va avanti da sette anni e, prima di arrivare all’effettivo lancio del nuovo prodotto sul mercato, ne serviranno ancora tre. L’idea è consentire a questo componente di diventare uno strumento di controllo dell’auto, dotandolo di sensori per la raccolta di dati in maniera digitale e creare, grazie anche al sostegno della Regione Piemonte che ha sostenuto l’attività di ricerca, una pastiglia estremamente sofisticata, pensata soprattutto per le auto elettriche e autonome.
Lo spiega Luca Martinotto, direttore esecutivo a livello mondiale del comparto ricerca della ITT, che impiega nelle sole strutture R&D di Barge, 160 dipendenti. «In settori così competitivi — racconta — l’innovazione è obbligatoria. Su circa 900 milioni di dollari annuo di fatturato dell’azienda (leader mondiale nel primo equipaggiamento di pastiglie per freni, ndr) investiamo 40 milioni per la ricerca». Due anni fa, sempre a Barge, è stato aperto un nuovo centro di innovazione, cui farà seguito un ulteriore ampliamento di 3700mq che sarà completato a fine 2021. In pratica Barge diventerà uno dei principali hub nello sviluppo di freni intelligenti. «Anche grazie a questi investimenti — aggiunge — in questi anni si sta creando un polo di eccellenza mondiale in Piemonte per i materiali di attrito. Crediamo molto, infatti, nella sinergia con il territorio, le piccole e medie imprese e il Politecnico ed Università di Torino. Quanto di buono stiamo facendo è anche grazie a chi ci sta intorno a noi e alle istituzioni». Come gli investimenti nella sostenibilità,
L’innovation center di Itt, guidato da Luca Martinotto, ha realizzato 13 brevetti oramai uno dei pilastri di numerose aziende, Itt non fa eccezione e lavora anche sulla selezione e smaltimento dei materiali. Inoltre, con lo sviluppo delle auto full electric e ibride, la frenata ha assunto un’importanza centrale anche in chiave energetica, dato che moltissimi modelli la utilizzano per ricaricare la batteria. Da qui l’idea di investire ulteriormente e fare della pastiglia dei freni, notoriamente un oggetto inerte, un sensore intelligente. «Questo prodotto — aggiunge Martinotto — può raccogliere dati in tempo reale, utili a migliorare la prestazione del veicolo». Così Big data sala a bordo dell’auto, una vettura sempre più digitale e sempre più simile a un computer a quattro ruote. «Data la sofisticazione, pensiamo a clienti premium come case automobilistiche che intendano offrire ai propri clienti qualcosa in più. Stiamo poi sviluppando una versione wireless affinché la pastiglia possa comunicare direttamente con un cellulare o con delle scatole telematiche, che sia utile soprattutto per chi gestisce flotte di auto o camion» e utilizzabile soprattutto nel campo della diagnostica».