Un’esplosione di violenza in casa contro madri, mogli e compagne
In soli cinque giorni a gennaio ci sono stati 44 interventi della polizia per episodi maltrattamenti Il primo lockdown ha avuto un’influenza decisiva sull’aumento dei reati: scenario simile con le feste
Vicini che denunciano comportamenti sospetti, donne disperate che domandano aiuto e perfino mariti violenti che chiedono di essere fermati. Il nuovo anno è iniziato così come si era chiuso il 2020: con un numero impressionante di segnalazioni di violenze in famiglia. In soli cinque giorni sono stati addirittura 44 gli interventi della polizia per episodi di maltrattamenti e le vittime sono sempre madri, mogli e compagne. Che solo in poco più della metà dei casi trovano il coraggio di denunciare il loro aguzzino. Il primo lockdown ha avuto un’influenza decisiva sull’aumento dei reati. Ma le vacanze natalizie e il ritorno delle restrizioni hanno replicato il fenomeno.
Vicini che denunciano comportamenti sospetti, donne disperate che domandano aiuto e perfino mariti violenti che chiedono di essere fermati. Il nuovo anno è iniziato così come si era chiuso il 2020: con un numero impressionante di segnalazioni di violenze in famiglia. In soli cinque giorni sono stati addirittura 44 gli interventi della polizia per episodi maltrattamenti e le vittime sono sempre madri, mogli e compagne. Che solo in poco più della metà dei casi trovano il coraggio di denunciare il loro aguzzino.
Il primo lockdown ha avuto un’influenza decisiva sull’aumento di questi reati e il picco delle denunce si è infatti registrato a giugno e luglio, quasi sempre in merito a episodi avvenuti nei mesi precedenti. Uno scenario molto simile si è poi ripresentato a dicembre, con la fine della zona rossa e ben 182 interventi per maltrattamenti, stalking e violenze sessuali che hanno portato all’arresto di 13 uomini violenti.
E le vacanze natalizie e il ritorno delle restrizioni alla mobilità hanno nuovamente avuto l’effetto di esasperare dinamiche familiari che già erano compromesse.
«Questi primi giorni dell’anno stanno facendo registrare numeri preoccupanti – avverte il questore di Torino Giuseppe De Matteis – È ormai evidente che le restrizioni e la condivisione forzata degli spazi scatena esplosioni di violenza incontrollata in soggetti già a rischio. Purtroppo, però, registriamo che, in media, solo il 60% delle vittime denuncia la violenza subita. E spesso lo fanno per paura del loro compagno o per il timore di perdere la stabilità economica della loro famiglia».
In un contesto in cui quasi tutti i reati stanno diminuendo il numero delle querele presentate per violenze di genere è però in costante ascesa da 5 anni. Nel 2015 erano state 304, nel 2018 sono passate a 426 e lo scorso anno sono diventate 444: «Il Covid ha esasperato un problema che comunque già esisteva – continua De Matteis – La polizia, in ogni caso, interviene puntualmente per rispondere alle richieste di aiuto e alle segnalazioni che ci arrivano. Come dimostra l’aumento del 121% degli arresti per stalking e del 32% di quelli per maltrattamenti registrato nell’ultimo anno. Fondamentale per ottenere questi risultati è stato il rapporto di proficua collaborazione con le associazioni del territorio che svolgono un ruolo fondamentale. Spesso riescono a diventare intermediari fra le vittime e le forze dell’ordine vincendo così il timore nel presentare la denuncia. Ma sono anche vere sentinelle, grazie alla grande professionalità nel riconoscere quelle situazioni “latenti” che spesso le vittime fanno fatica a percepire».
Le statistiche del 2020 raccontano di 9 femminicidi in provincia di Torino, uno dei dati più alti a livello nazionale, oltre a un aumento esponenziale degli arresti per violenze sulle donne e ben 120 ammonimenti. I dati dei primi 5 giorni del 2021 rischiano di essere addirittura peggiori, con quasi 9 richieste di intervento quotidiane e 4 arresti in flagranza. Ma le denunce, su 44 interventi, sono ancora troppo poche: «Al di là dei singoli casi, la tendenza è quella – conferma il Questore - Grazie al progetto “Una stanza per te”, negli ultimi 5 anni abbiamo accolto 862 donne vittime di violenza, ma nello stesso periodo sono state 421 quelle che si sono presentate in Questura
Il questore
De Matteis: «Questi primi giorni stanno facendo registrare numeri preoccupanti»
I dati
Le statistiche del 2020 raccontano di 9 femminicidi in provincia di Torino
e poi non hanno firmato il verbale di querela. Spesso si tratta di persone che appartengono a nuclei familiari monoreddito ed è su questo che si dovrebbe intervenire maggiormente».
Un’idea potrebbe essere un sostegno economico a chi trova il coraggio di denunciare nonostante una situazione finanziaria disagiata: «Gli strumenti ci sono, devono solo essere affinati – conclude De Matteis – Basta pensare ai beni confiscati alle mafie che diventano case-famiglia. Il progetto sta ottenendo ottimi risultati e alle vittime viene garantito un ascolto privilegiato e un’assistenza psicologica di qualità. Si tratta di momenti di prevenzione importanti per promuovere una cultura basata sul rispetto e sull’uguaglianza come elemento chiave per il contrasto alla violenza di genere. Che va condannata e combattuta senza riserve».