In 5 mila per vaccinare il Piemonte
Attese per oggi le 20 mila fiale mancanti. L’asl lavora per le iniezioni nei centri accreditati
Il Piemonte aspetta per oggi 20 mila nuove dosi del vaccino di Pfizer-biontech. Ieri la conferma dell’unità di crisi. La consegna era attesa per martedì ma poi, problemi logistici dell’azienda produttrice l’hanno fatta slittare, nella preoccupazione delle aziende sanitarie più grandi, che hanno fino a 700 operatori prenotati per il vaccino ogni giorno. Intanto, il ministero della Salute fa il punto sul personale necessario per la vaccinazione di massa: al Piemonte occorrono cinquemila tra medici e infermieri, che potrebbero arrivare già a marzo. In contemporanea, l’annuncio dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi: «Stiamo lavorando per coinvolgere anche medici di medicina generale e farmacisti».
Il Piemonte aspetta per oggi 20 mila nuove dosi del vaccino anti-covid di Pfizer-biontech. Ieri la conferma dell’unità di crisi. La consegna era attesa per martedì ma poi, problemi logistici dell’azienda produttrice, l’hanno fatta slittare, nella preoccupazione delle aziende sanitarie più grandi, che hanno fino a 700 operatori prenotati per il vaccino ogni giorno. «Speriamo di non dover mettere mano al calendario», esclama Carlo Picco, direttore della Asl Città di Torino. Una delle aziende a non aver ricevuto le fiale. «Oggi speriamo davvero che arrivino — prosegue — altrimenti ce ne rimarrebbero poche e vogliamo concludere il primo giro di iniezioni appena possibile. Capiamo le difficoltà, ma tutti ripongono attenzione e speranza in questi vaccini. Restare senza scorte è un messaggio negativo». Consegne previste anche alla Città della Salute. Che così potrà restituire cento fiale al Mauriziano, da cui le aveva ricevute in prestito martedì, visto il loro mancato arrivo. Dosi che hanno permesso all’azienda di non rimandare i prenotati di ieri. Ma ora il Mauriziano le attende indietro per i suoi dipendenti. L’auspicio è che le prossime consegne siano più importanti e regolari. Un aiuto potrebbe arrivare dall’ema, l’autorità europea per i medicinali, che ieri ha dato il via libera al vaccino anti-covid di Moderna. Intanto, il ministero della Salute fa il punto sul personale necessario per la vaccinazione di massa: al Piemonte occorrono cinquemila tra medici e infermieri, che potrebbero arrivare già a marzo. In contemporanea, l’annuncio dell’assessore alla Sanità, Luigi Icardi: «Stiamo lavorando per coinvolgere anche medici di medicina generale e farmacisti, visto che saranno disponibili vaccini che si conservano in normali frigoriferi». Come quello di Moderna. Intanto, ieri, le scorte del farmaco Pfizerbiontech hanno permesso di vaccinare 435 medici di famiglia e pediatri di libera scelta solo a Torino nel Vaccine day dedicato loro. Appena una quindicina, invece, nella To4. In tutto il Piemonte lo hanno ricevuto in 1.040 e altri 800 lo attendono nei prossimi giorni. Presente, all’ospedale di Verduno, il governatore Alberto Cirio. «Questa iniziativa — dice — è un segno della nostra volontà di investire sulla medicina territoriale, filtro verso l’ospedale e tassello decisivo affinché ogni piemontese possa ricevere le migliori cure anche a casa propria». A ieri, sono 25.428 gli operatori sanitari e il personale e gli ospiti di Rsa vaccinati, il 62,2 per cento delle fiale della prima fornitura. «Le persone devono avere fiducia nella comunità scientifica e negli enti regolatori», sottolinea il medico di famiglia e animatore del Patto per la scienza, Diego Pavesio. Che ha contato 20 medico no Vax in Italia, uno in Piemonte.
E nel frattempo, la Asl di Torino lavora anche per iniziare le vaccinazioni nei centri privati-accreditati, come gli ospedali Gradenigo, Cottolengo e Koelliker. Ma ovunque è attenzione massima su contagi e ricoveri. Entro pochi giorni, gli ospedali dovranno allestire i 160 nuovi posti letto di terapia intensiva e i 120 di sub-intensiva finanziati dalla Regione.
I privati accreditati
L’ Asl vuole iniziare le vaccinazioni al Gradenigo, Cottolengo e Koelliker