Chiesa, Kulusevski e Mckennie La Juve dei ragazzi batte un colpo
Il «22» infilza due volte il Milan Poi ci pensa l’asl della Juventus l’azienda Sostituti di Lusso: dentro Kulusevski e Mckennie, che confezionano il 3-1 di S.siro
Va bene (la) Chiesa al centro del villaggio, ma, appunto, la Juve è anche e soprattutto un villaggio, mica solo i primi undici che partono dall’inizio: da Kulusevski (assist) a Mckennie (centro del 3-1), da Arthur a Bernardeschi, un pezzo di ricambio da 45 milioni di euro. Perché se Chiesa piega la notte, con due gol, un palo e la piallatura di Theo Hernandez negli uno contro uno, la sfida finiscono di impacchettarla quelli entrati dalla panchina. Come spiegava bene Fabio Capello su Sky: «La Juve ha una rosa ben equilibrata, e quando fa i cambi non si sente la differenza. Anzi, a volte, sono proprio i cambi a fare la differenza». Insomma, Chiesa and Friends. Di più davanti a un Milan che ha un roster meno nobile, e reso ieri ancor più corto da infortuni e contagi: sette. «Assenze che sarebbero state tante per chiunque», dirà alla fine Stefano
Pioli. Vero.
Dunque, l’hombre del partido è stato Federico Chiesa, l’uomo da 60 milioni di euro, che ha meno caricatori dell’epoca Viola — da 3,3 a 1,2 tiri medi a gara — ma senza diminuire l’efficacia. Inizia sfidando Theo, cavandoci il primo centro dopo un dai e vai deluxe con Dybala, aggiungendo il bis con raffinato piattone da fuori. Meglio di un colpo di biliardo. Da lì in poi, Pirlo avvia il suo moulinex. Partendo da Weston Mckennie, «l’invasore», che dà dinamismo e assalti, riempiendo l’area: e, difatti, piazzando la zampata da distanza ravvicinata. Dopo l’innesco offerto da Kulusevski, un altro di quelli entrati a battaglia in corso. Altra dinamite, tra potenza, fisico e corsa, come da prima azione: lascia sul posto Kjaer, per poi fiondarsi in area. Senza trovare il jolly che, invece, pesca poco più avanti, sull’altro versante, saltando tutti e donando l’assist al compagno.
Riassume lo spirito Leonardo Bonucci: «Siamo venuti qui sapendo che sarebbe stata importante — dice il difensore bianconero — abbiamo creato tanto e subito solo sui nostri errori, ma siamo stati squadra. Ed è questo lo spirito che conta». Tutti per uno, uno per tutti. Di più quando quello più uno di tutti, Ronaldo, si prende una serata di ferie. All’incasso, neppure si sono sentite le assenze di Alex Sandro e Cuadrado, messi fuori uso dal Covid. «Ma le assenze ce le hanno tutti in questo campionato — aveva detto poco prima dell’inizio il capo dell’area tecnica Fabio Paratici — bisogna adeguarsi e avere pazienza». Motivo: «Stiamo vivendo tutti un momento difficile, non solo noi nel calcio. Anzi, dobbiamo ricordarci di essere fortunati, quindi cerchiamo di viverla con grande responsabilità, facendo tutto quello che è possibile, attenendoci ai protocollo, e senza preoccuparsi delle assenze». Morale: «Pensiamo di avere una rosa competitiva». Nonostante questo, i bianconeri potrebbero comunque allungare la panchina, durante lo shopping invernale. Magari aggiungendo una punta di ricambio, come Quagliarella: «Noi vogliamo bene ai nostri ex giocatori — chiude Paratici — a Fabio in particolar modo. Detto questo, il mercato dipende anche dalla necessità del momento: vedremo se intervenire o meno». Quel che era poi il dilemma dell’asl di Torino, alla viglia. Alla fine, ci ha pensato l’asl della Juve: Azienda Sostituti di Lusso.
Bonucci orgoglioso
«Abbiamo creato tanto e subito su nostri errori Ma siamo stati squadra È lo spirito che conta»