Corriere Torino

Dentro la storia del traforo del Frejus

Nel 150esimo anniversar­io, Telt mette online la mostra dedicata alla grande opera

- Morelli

Xilografie, litografie e fotografie originali, riprese dai giornali italiani, francesi e britannici dell’epoca, raccontano la grande impresa della costruzion­e del Frejus. La collezione è stata salvata dalla dispersion­e ed esposta in una sala museo nella sede torinese di Telt. Ed ora, nel 150esimo anniversar­io del traforo, la mostra si può visitare online. La collezione è una miniera di informazio­ni d’interesse storico-ingegneris­tico, attraverso le quali è adesso possibile farsi guidare dal video degli studiosi Marco Albera e Piero Gondolo dalla Riva. Sono stati loro ad approfondi­re la storia dello scavo da diversi punti di vista, utilizzand­o documenti, giornali dell’epoca e disegni originali di Germain Sommeiller, Severino Grattoni e Sebastiano Grandis. Ovvero i tre progettist­i ai quali va il merito di aver consentito, con l’invenzione della perforazio­ne ad aria compressa, di concludere la realizzazi­one del tunnel in 14 anni anziché 40.

Sessanta incisioni, due fotografie originali e un grande panorama di quattro metri e mezzo, che raffigura il percorso della strada ferrata fra Bussoleno e Modane. È il patrimonio storico salvato da Telt, promotore pubblico italo-francese per la realizzazi­one della linea ferroviari­a Torino-lione, che lo ha acquisito tempo fa per evitarne la dispersion­e. L’intero archivio è stato collocato all’interno di una sala nella sede torinese dell’azienda, visibile al pubblico fino a prima della pandemia, e inserito in una pubblicazi­one. Stampe, xilografie e scatti originali documentan­o i lavori che portarono alla costruzion­e del Tunnel del Fréjus, un’opera definita «la più grande di tutte le imprese moderne». Sono passati 150 anni da quando, il 17 settembre 1871, il passaggio ferroviari­o fu ufficialme­nte inaugurato. Se il progetto originario, promosso dal Regno di Sardegna grazie ai lavori avviati nel 1857, puntava a unire due territori dello stesso Stato, la cessione della Savoia alla Francia trasformò questo traforo in un collegamen­to internazio­nale. Ora le testimonia­nze dell’intera opera di realizzazi­one sono visibili online perché Telt, che con il Fréjus intende costruire un parallelis­mo storico, ha deciso di «aprire» una visita virtuale alla collezione attraverso il proprio sito ufficiale. Un’operazione pensata per soddisfare gli interessi di appassiona­ti e imprese, ma anche associazio­ni, società scientific­he e ordini profession­ali, in attesa di poter rivedere tutto «in presenza».

L’iniziativa, insieme al video realizzato per raccontare l’inaugurazi­one del 1871, si inserisce nelle iniziative dell’azienda per celebrare il 150esimo dello scavo, che culmineran­no a settembre. L’intento, come ha sottolinea­to il direttore generale Mario Virano (sarà lui ad «accogliere» virtualmen­te i visitatori del sito), è quello di «conservare e condivider­e le radici».

Suddiviso in cinque sezioni, il percorso di visita si racchiude in un video guidato da due importanti collezioni­sti: Marco Albera e Piero Gondolo dalla Riva. Sono stati loro ad approfondi­re la storia dello scavo da diversi punti di vista, utilizzand­o le tracce documental­i e anche quelle diffuse dai giornali dell’epoca. I disegni originali dei progettist­i Germain Sommeiller, Severino Grattoni e Sebastiano Grandis si alternano alle xilografie pubblicate in quegli anni per dare conto dell’avanzament­o dei lavori. I due collezioni­sti esplorano anche i documenti progettual­i e le relazioni autografe del Gabinetto del re, datate 1841, e della Camera di commercio di Chambery. Uno dei pezzi forti è sicurament­e il «panorama» dei paesaggi alpini di fine Ottocento, oltre a una serie di vedute che sembrano anticipare le classiche brochure turistiche sulle valli italiane e francesi, diffuse invece molti decenni più tardi. Lo schema narrativo parte dai documenti, per poi spostarsi sullo stato dell’attraversa­mento alpino prima del tunnel, quindi la «Ferrovia Fell», via ferrata del Moncenisio così chiamata per ricordare il nome del suo costruttor­e, un’opera che peraltro introdusse anche un particolar­e sistema di binari in grado di aumentare l’aderenza delle locomotive su salite ripide. La visita virtuale nella storia del Fréjus prosegue poi con lo scavo vero e proprio — e le conseguent­i innovazion­i tecnologic­he introdotte —, quindi la nuova ferrovia in funzione (terminata a Natale 1870) fino all’inaugurazi­one. Non manca, poi, un cenno al «Genio alato», monumento che domina piazza Statuto a Torino — tuttora ritenuto, stando alle credenze esoteriche, la «porta degli inferi» — che fu realizzato nel 1879 da Odoardo Tabacchi per celebrare la realizzazi­one del tunnel Bardonecch­ia-modane e soprattutt­o le fondamenta­li soluzioni tecniche adottate dai progettist­i. Il video è disponibil­e online anche in glese e in francese.

Il direttore generale Virano: Questo patrimonio rischiava di finire disperso, l’intento è conservare e condivider­e le radici

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Sono sessanta le incisioni che testimonia­no la costruzion­e e l’apertura del traforo del Frejus, avvenuta 150 anni fa; in basso si può vedere anche un’immagine che ricorda l’inaugurazi­one, avvenuta nel 1879, del monumento in piazza Statuto con il Genio alato
Dal passato Sono sessanta le incisioni che testimonia­no la costruzion­e e l’apertura del traforo del Frejus, avvenuta 150 anni fa; in basso si può vedere anche un’immagine che ricorda l’inaugurazi­one, avvenuta nel 1879, del monumento in piazza Statuto con il Genio alato
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