Corriere Torino

Bremer e la spinta della difesa

A Parma i gol di Singo e Izzo, ieri Gleison: il Toro non ha paura

- M. gas.

L’angolo di Verdi respinto dalla difesa del Verona, la palla recuperata da Segre e consegnata ancora a Verdi. Il numero 24 che forza la giocata, un’altra palla alta in area. Il pareggio arriva così, e c’è un elemento da sottolinea­re: su quello spiovente che mette in difficoltà la difesa del Verona — ripartita rapidament­e, forse troppo, sulla prima respinta —: in area c’è Belotti sul primo palo e alle sue spalle ci sono tutti e tre i difensori del Toro. C’è Lyanco, scavalcato dal pallone come Bremer, e c’è Izzo. Proprio per tenere sotto controllo il napoletano (a segno da due partite) Faraoni si muove in modo avventato e tocca con il fianco la palla, servendo a Bremer il più comodo degli assist...

Ci sono tutti e tre. Nessuno sulla prima respinta aveva provato a tornare sui suoi passi. C’era da pareggiare, vero, ma il Toro attacca sempre con i suoi corazzieri. E per questo a volte vedere sprecati angoli e punizioni fa più «male» al tifoso, che vorrebbe vedere Izzo e soci più spesso chiamati in causa a palla inattiva. Anche perché il saldo del Toro è buono in questa prima fase della stagione. Se i 26 centri piazzano la squadra di Giampaolo tra i primi otto attacchi della A, la difesa dà un grande contributo con sette. Fu proprio Bremer ad aprire l’elenco segnando contro la Lazio il gol del primo vantaggio. Poi toccò ad Ansaldi, su rigore contro l’inter (era il 2-0 del Toro, poi ribaltato). Nkoulou ha firmato il vantaggio granata nel derby. Poi è arrivato il momento di Izzo, a segno in due partite consecutiv­e di A (per la prima volta in carriera): nella sua Napoli, ancora per un vantaggio del Toro, e a Parma, dove il suo 2-0 ha chiuso il match. Ieri ancora Bremer, per arrivare a 7 in A.

La fase difensiva migliora, nelle ultime 4 partite 3 gol subiti, due dei quali (Insigne a Napoli e Dimarco ieri) sono autentiche e imparabili gemme. E ora la difesa segna con continuità, una ricchezza in più. Celebrata da Nicola Murru, ieri prezioso nella sua area: «Si poteva vincere, c’è un po’ di rammarico perché contro una squadra tosta abbiamo subito un solo tiro in porta... Ma siamo stati bravi a non disunirci e a trovare almeno un punto».

Il mancino sardo

Murru rammaricat­o: «Il Verona è tosto, ma ha fatto solo un tiro... Bravi a non disunirci»

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Prezioso Nicola Murru, 26 anni, in contrasto aereo con Faraoni, capitano del Verona

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