Corriere Torino

Preoccupa la crescita dell’rt, prossima verifica venerdì. Cirio: «Non abbassiamo la guardia» Piemonte in zona gialla da lunedì

L’appello di Cirio: «Non abbassiamo la guardia, il virus circola» Marnati: «A febbraio è probabile anche una nuova zona rossa»

- Castagneri

Dopo questo weekend in zona arancione, da lunedì 11 gennaio, il Piemonte torna in zona gialla per almeno una settimana. Ci attendono dunque giornate con un po’ più di libertà e la possibilit­à di concederci, senza mai dimenticar­e le misure di sicurezza, un caffè al bar o un pranzo al ristorante. Rischiamo però di assaporare queste vecchie abitudini solo per sette giorni. A guardare i dati la Regione Piemonte dà per scontato un nuovo passaggio in zona arancione già da lunedì 18 gennaio.

Dopo questo weekend in zona arancione, da lunedì 11 gennaio, il Piemonte torna in zona gialla per almeno una settimana. Ci attendono dunque giornate con un po’ più di libertà e la possibilit­à di concederci, senza mai dimenticar­e le misure di sicurezza, un caffè al bar o un pranzo al ristorante. Rischiamo però di assaporare queste vecchie abitudini soltanto per sette giorni.

A guardare i dati sull’andamento dell’epidemia, infatti, la Regione Piemonte dà per scontato un nuovo passaggio in zona arancione già da lunedì 18 gennaio.

Uno slalom tra aree di diverso colore che sarà confermato, però, solo venerdì prossimo. Per ora c’è la zona gialla.

La consente l’ultimo monitoragg­io di ministero della Salute e dell’istituto superiore di Sanità, che indica un Rt puntuale a 0.95 e medio degli ultimi quindici giorni a 0.93. Si tratta del valore che spiega quante altre persone può contagiare un positivo al coronaviru­s.

Sotto l’uno, le Regioni restano in fascia gialla e così sarà anche in Piemonte. Novità principali: spostament­i tra Comuni concessi e bar e ristoranti aperti fino alle 18.

Ma il Covid non è sparito e già la settimana seguente la situazione potrebbe cambiare. La Regione stessa spiega che è difficile che l’rt si mantenga sugli stessi valori o si abbassi visto che il prossimo monitoragg­io terrà conto delle maggiori aperture delle feste.

E il governator­e Alberto Cirio sottolinea: «Resta fondamenta­le non abbassare il livello di attenzione, perché i dati confermano una circolazio­ne del virus alta in Italia, con valori che in tutte le regioni virano verso l’arancione».

Bar e ristoranti saranno quindi costretti a richiudere e gli spostament­i tra regioni e Comuni tornano vietati se non per necessità.

Intanto, anche le previsioni settimanal­i degli epidemiolo­gi piemontesi non sono per niente rassicuran­ti.

«A febbraio, ci attendiamo una terza ondata meno intensa della seconda ma più intensa della prima», rivela l’assessore alla Ricerca Covid, Matteo Marnati. Perciò la Regione insiste perché sia analizzato un numero più elevato di tamponi per monitorare l’andamento dell’epidemia.

Le iniziative speciali non mancano. In 1.512 tra insegnanti e operatori scolastici si sono prenotati finora per il test, gli esami gratuiti per gli over 65 con malattie croniche lanciati per Natale sono stati prorogati fino al 14 febbraio e, da settimane, anche i contatti stetti asintomati­ci dei positivi sono tornati a essere sottoposti a tampone. «Il sistema dei laboratori è pronto. C’è anche la rete dei centri privati che possiamo attivare», rassicura Marnati. Che rimane realista: «A febbraio, con questa annunciata terza ondata — prosegue — è probabile anche una nuova zona rossa. Purtroppo prevediamo un andamento ciclico in attesa che più persone possibili siano vaccinate».

Nella Fase 1, il siero è destinato a operatori sanitari e personale e ospiti di Rsa. Lo hanno già ricevuto in 35.999, il 43,5 per cento delle fiale finora ricevute.

La Regione vorrebbe completare le vaccinazio­ni sugli addetti di Asl e ospedali per il 16 gennaio, visto che il 17 cominceran­no i primi richiami.

Il punto sul vaccino

La Regione vorrebbe completare Asl e ospedali il 16 gennaio Dal 17 via ai richiami

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