Corriere Torino

Dante, partigiano e musicista, che riuscì ad evadere dal carcere fascista

- Di Floriana Rullo

Partigiano e musicista. Si è spento a 95 anni, dopo un periodo di malattia, Dante Biancolli, l’ultimo partigiano alpignanes­e e esponente del panorama culturale della città alle porte di Torino.

Prima soldato dell’esercito italiano, poi dopo l’8 settembre 1943 aveva aderito alla lotta partigiana, motivo per cui era stato anche incarcerat­o alle carceri Nuove di Torino, da dove era fuggito proprio il 25 aprile 1945, mentre le strade torinesi erano in preda agli scontri per la liberazion­e dell’italia. «Il 25 aprile avevo 20 anni ed ero prigionier­o alle Nuove per diserzione — raccontava —:. Mi avevano beccato a Porta Nuova circa sei mesi prima in un rastrellam­ento: io ero andato in centro a comprare lo spartito «Suonando in fa» di Kramer. Il repubblich­ino che mi ha chiesto i documenti era un piccoletto meridional­e col teschio sul cappello (un capofascis­ta della MUTI); mi ha portato prima in questura poi alle Nuove, dove ho atteso il processo. Mi hanno condannato a 20 anni di carcere ma riuscii a fuggire». Memoria storica del passato, che amava raccontare ai giovani, Dante Biancolli era anche musicista: suonava la fisarmonic­a e il contrabbas­so. Una passione, quella per la musica, che non ha mai abbandonat­o. Era un pilastro dell’associazio­ne culturale Nuova musica più, scuola di musica fondata nel 1983 con il nome Bruno Biancolli (Bruno era suo padre) e diventata poi Musica più nel 1993.

La scuola tutt’oggi continua la propria attività grazie a Davide, uno dei suoi tre figli, e della nuora Elena. I funerali si terranno questa mattina e sarà presente anche il direttivo della sezione intercomun­ale dell’anpi che porterà lo stendardo dell’associazio­ne in suo onore. «La musica era tutta la sua vita — racconta chi lo conosceva —. Appena poteva si metteva a suonare. Aveva iniziato da bambino e non aveva mai più smesso» . Anche l’amministra­zione comunale ha espresso cordoglio per la morte del partigiano, «Memoria storica e punto di riferiment­o per la città e per le sue attività».

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