Corriere Torino

Trentalang­e, l’aia e un laboratori­o

- di Manlio Gasparotto

Doppietta d’oro per Pietro Arese agli Assoluti indoor di atletica di Ancona. Dopo aver conquistat­o il titolo italiano sui 1.500 metri, con tanto di qualificaz­ione agli Europei di Torun (Polonia) di inizio marzo, il ventunenne torinese delle Fiamme Gialle ha fatto il bis ieri laureandos­i campione nazionale sui 3.000, stabilendo anche il nuovo primato personale di 8’04’’03. Terzo posto, invece, per Stefano Sottile (2,16 metri al debutto stagionale) nell’alto dominato da Gianmarco Tamberi (2,35), per Bryan Lopez sui 400 metri (47’’33, alle spalle di Aceti e Scotti), per Martina Merlo sui 3.000 metri (9’17’’24) e per Chiara Sala nel pentathlon (3.735 punti).

«Torino ha una sezione molto buona, ha cresciuto e lanciato tanti arbitri. Penso a Lops, Gonella, Pairetto, Rosetti… e tanti altri. C’è sempre stata grande continuità perché è un sistema che funziona, dove chi è più esperto si è sempre messo a disposizio­ne dei giovani. Anche questo è gioco di squadra: quando il mio problema è tuo questa è la politica nel senso migliore».

Alfredo Trentalang­e, 197 partite arbitrate in A e 70 nel mondo, da qualche giorno presidente dell’associazio­ne arbitri (l’aia), è stato uno di quei giovani che hanno imparato. E ora, a 63 anni, cerca di essere tra gli «esperti» a disposizio­ne. Una linea politica ribadita anche quando si è proposto come nuova guida,

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