Corriere Torino

«Con il vaccino rivediamo i nipoti»

Aumentano nella regione i casi di variante inglese. I positivi sono 49, due individuat­i a Torino

- Castagneri, Rullo

L’incubo di tutte quelle bare viste in television­e. E la speranza di poter finalmente riabbracci­are i nipoti. In sicurezza. Senza temere per la salute. È iniziata con gran sollievo per gli anziani la campagna di immunizzaz­ione in Piemonte. I numeri raccontano quanto fosse atteso da loro il vaccino: su 370 mila grandi anziani si sono già prenotati in 218 mila, quasi il 70 per cento degli interessat­i. L’unità di crisi conta di somministr­are tra le 10 mila e le 13 mila dosi al giorno, sette giorni su sette. Su questo versante preoccupa gli operatori l’ennesimo taglio delle forniture di Astrazenec­a. Oggi in piazza a Cuneo protesta il mondo dello sci.

In mezzo ai palazzoni che circondano via Gorizia, tra Santa Rita e Mirafiori, la coda degli anziani davanti all’ambulatori­o dell’asl comincia alle otto del mattino. Giacca buona e un po’ di agitazione, se ne stanno seduti accanto ai figli, intenti a compilare il modulo del consenso informato, mentre in venticinqu­e tra medici e infermieri si preparano ad accoglierl­i in una delle undici sale visita in cui vengono somministr­ati i vaccini anti-covid.

Ieri, la campagna di immunizzaz­ione per gli ultraottan­tenni è cominciata anche in Piemonte con 3.296 dosi inoculate. La puntura con il preparato di Pfizer, poi quindici minuti di osservazio­ne, in mezz’ora il ritorno a casa. Il richiamo è previsto tra 21 giorni.

Alessandro Fantasia, 86 anni ma dritto come un fuso, è tra i primi a uscire. «Non possiamo più vedere i viaggi delle bare di tante vittime di Covid. E per farlo dobbiamo sfruttare tutte le armi a disposizio­ne, come il vaccino».

È passato un anno da quando un maledetto sabato il coronaviru­s ha stravolto la vita anche di chi vive in Piemonte e il direttore generale dell’asl, Carlo Picco, è felice per questa giornata: «Iniziamo a mettere in sicurezza la popolazion­e più fragile, dopo essere intervenut­i sulle Rsa, dove stiamo completand­o i richiami».

A Torino, la vaccinazio­ne degli anziani prosegue fino alle 16,30 tra qui e via Schio. Poi, fino a sera, tocca al personale scolastico. Il responsabi­le Asl della campagna, Fabiano Zanchi, ha previsto orari ampi: «Lavoriamo sette giorni su sette dalle 8 alle 20, con l’aiuto di squadre della Città della Salute e del Mauriziano, per accelerare il più possibile».

Gli ultraottan­tenni in Piemonte sono 370 mila. Oltre 218 mila hanno già dato l’adesione, quasi il 70 per cento, un risultato ottimo. Il responsabi­le della campagna vaccinale, Antonio Rinaudo, indica l’obiettivo: «Vogliamo somministr­are tra le 10 mila e le 13 mila dosi al giorno e concludere le prime somministr­azioni ad anziani e disabili a marzo, in un mese, per poi passare agli over 70».

Anche lui ieri era in via Gorizia. Qui, Franca Forlani, 91 anni, è arrivata in taxi perché credeva di non trovare posto per l’auto ma la Asl aveva riservato ai pazienti il parcheggio interno dell’ambulatori­o. «Sono eccitatiss­ima — dice con voce squillante —. Grazie al vaccino, ora potrò riabbracci­are i miei nipoti: adesso uno di loro è stato a contatto con un amico positivo, perciò non possiamo vederci». E magari potrà pure giocare a burraco con le amiche senza più indossare protezioni.

Il governator­e Alberto Cirio è quasi commosso: «Diamo agli anziani la prospettiv­a di un futuro certo grazie alla scienza medica che, in questi 12 mesi difficili, ci ha messo a disposizio­ne i vaccini. Ora ce li devono solo consegnare».

Ma sabato l’azienda fornitrice Astrazenec­a ha annunciato un taglio di 15.300 dosi per il Piemonte. E intanto, i casi di variante inglese salgono a 49: ieri l’istituto Zooprofila­ttico ne ha individuat­i 19 nuovi, di cui due a Torino. Quattro sono residenti a Re, nel Vco, già zona rossa e due nei vicini Comuni di Malesco e Monteschen­o.

La variante inglese I casi salgono a 49: l’istituto Zooprofila­ttico ne ha individuat­i altri 19 di cui due a Torino

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