Il sì a Lo Russo di Moderati e Monviso riapre lo scontro
Moderati e Monviso sposano il docente del Poli, ma alleati e candidati fanno muro
Dopo gli endorsement ufficiali dei Moderati e della Lista Monviso (e di Demos) per il docente del Politecnico e capogruppo del Pd in Comune, Stefano Lo Russo nel centrosinistra si riapre la polemica sulle candidature e sul metodo. Da Lavolta a Pentenero tutti invocano la celebrazione delle primarie per scegliere il nome da candidare a sindaco.
«Si convochino le primarie online, prima che qualcuno scappi col pallone in una partita che non ha mai giocato». Dopo gli endorsement ufficiali dei Moderati e della Lista Monviso (e di Demos) per il docente del Politecnico e capogruppo del Pd in Comune, Stefano Lo Russo, il primo a venire allo scoperto per affermare che lui non ci sta, tra i cinque aspiranti candidati sindaco del centrosinistra, è l’esponente della sinistra dem, Enzo Lavolta. Non si conclude, insomma, la stagione dei veti incrociati e della guerra di posizione che ha contraddistinto il dibattito degli ultimi mesi. Anzi, la coalizione appare più che mai divisa. E i contendenti di Lo Russo chiedono a gran voce, all’indomani della prova di forza intentata dai leader delle due liste alleate Mimmo Portas e Mario Giaccone, di convocare al più presto le primarie. Forti, tra le altre cose, del fatto che è sempre più probabile uno slittamento del voto in autunno. «La segreteria del Pd faccia presto, non c’è più tempo da perdere. Si dia la parola ai cittadini, agli elettori di centrosinistra», è l’appello di Lavolta.
Tra i «mi piace» al post sui social dell’irriducibile delle primarie c’è anche quello di Marco Grimaldi, numero uno di Luv in Regione, ma dalla parte di Sinistra italiana a Roma, dove si è schierato con chi non ha votato la fiducia al governo Draghi. Una scelta che potrebbe pesare anche su Torino; chissà che ancora una volta Grimaldi non decida di andare da solo e abbandonare la coalizione di centrosinistra nel caso in cui tirasse dritta su Lo Russo. Di certo, non è in alcun modo intenzionato ad abbandonare il proprio appoggio al chirurgo Mauro Salizzoni per «passare dall’altra parte». La decisione di Moderati, Monviso e Demos di appoggiare il capogruppo dem sembra essere più divisiva che utile a una sintesi. Anche i Verdi, con Tiziana Mossa, ribadiscono il loro sostegno a Lavolta e chiedono di riunire la coalizione: «Qualcuno vorrà prima o poi venirci a parlare? Se siamo alleati, decidiamo insieme».
Chi non vuole il capogruppo dem continua a invocare i gazebo. Come l’ex assessore regionale al Lavoro Gianna Pentenero: «Facciamo le primarie: solo in questo modo avremo anche il sentire dei cittadini. Se davvero le elezioni saranno spostate, abbiamo tutto il modo di utilizzare lo strumento che ci verrà consegnato dal Pd nazionale». La piattaforma online dovrebbe arrivare entro fine mese, ma soprattutto entro una settimana, dieci giorni al massimo, Palazzo Chigi dovrebbe emanare il decreto per la convocazione dei comizi.
Convinto del rinvio dell’appuntamento con le urne anche il radicale Silvio Viale: «Questo ci consentirà di fare le primarie ai gazebo in primavera». Dopo la sortita di Portas e Giaccone, sicuri di rappresentare i due terzi del coalizione e pronti ad andare da soli se non si convergerà su Lo Russo, Viale ironizza: «Se vanno da soli, sono anche il 100%: di loro stessi». Il candidato di +Europa, Igor Boni, usa toni più pacifici ma non ha alcuna intenzione di farsi da parte: «Qui la questione è come tenere tutti insieme e uscire dall’impasse. Da mesi indico la strada delle primarie e un progetto per la nuova Torino che offro alla coalizione. E ripeto per l’ennesima volta: vado e andrò avanti».
❞ L’affondo di Lavolta Si voti prima che qualcuno scappi con il pallone in una partita che non ha mai giocato