Corriere Torino

Teatro e coworking all’ex Poveri Vecchi

- Rinaldi

Spazi per lavoro condiviso in casette con ampie vetrate distanziat­e da piattaform­e per il decollo di droni. All’interno invece un auditorium da 99 posti, adiacente al datacenter del Csi Piemonte. La Casa delle tecnologie emergenti che sta sorgendo all’ex Poveri Vecchi di corso Unione Sovietica sta pian piano prendendo forma. «Un ambiente creativo vicino ad apparecchi e macchinari di alto profilo può fare la differenza — è convinto Pietro Pacini, direttore generale di Csi Piemonte —. Entro aprile sarà completata la Casa, abbiamo appena concluso la gara per gli arredi, di qui entro giugno sarà tutto pronto, anche l’esterno». Il nuovo hub ambisce a coinvolger­e 600 aziende e ad accelerarn­e un centinaio.

«Ame quasi non sembra vero. Fino al giorno del nostro insediamen­to qui c’era la più grande occupazion­e abusiva d’europa». La sindaca Chiara Appendino, l’ha ribadito più e più volte, non si ricandider­à alle comunali di Torino. Ma nelle ultime settimane la sua pagina social è una carrellata di obiettivi raggiunti in questi cinque anni di mandato, quasi fosse in piena campagna elettorale. Ieri mattina è toccato all’ex Moi, le vecchie palazzine olimpiche protagonis­te di molte battaglie politiche negli ultimi anni. Prima l’abbandono, poi l’occupazion­e abusiva, infine lo sgombero da parte della giunta a 5 Stelle. In mezzo, anche un omicidio. «Domani» quel luogo sarà un housing sociale, grazie al fondo «Abitare sostenibil­e Piemonte» gestito da Investire sgr con il sostegno di Cassa Depositi e Prestiti, Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt: il piano prevede la nascita di oltre 400 posti letto dedicati alla residenzia­lità temporanea a tariffe convenzion­ate per studenti e giovani lavoratori. Così ieri mattina la sindaca Appendino ha voluto fare visita al cantiere: «Avevamo detto fin dall’inizio del nostro mandato — sottolinea sui social — che risolvere questa situazione era una nostra priorità. E lo abbiamo fatto un anno prima del previsto». «Le quattro palazzine sono state liberate — aggiunge — costruendo un percorso, anche con chi le aveva occupate, di diritti e doveri. In questi mesi è partito il cantiere e a breve partirà la seconda fase, quella di ricostruzi­one: qui ci sarà un polo attrattivo in particolar­e per giovani e universita­ri che si inserirà in un’area che sta cambiando molto».

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