Corriere Torino

Le 10 serre di Divià, il contadino digitale che fa rifiorire Torino «Coltivo vegetali con poca acqua e hitech»

- di Paolo Morelli

Arriva dal mondo dell’automazion­e ma ha sempre prestato attenzione alla sostenibil­ità ambientale. Originario di Vinovo (To), Bartolomeo Marco Divià guida l’azienda di famiglia, la Divià Elettrosis­temi fondata da suo padre nel 1978, ma all’età di 54 anni, spiega, aveva voglia di qualcosa di nuovo. «In linea con le tendenze — aggiunge — che tutti paventano ma che pochi applicano: un progetto green». Dall’incontro con alcuni agronomi è nata così Agricooltu­r, innovativa startup con sede a Carignano (To), da lui presieduta. «Il nostro intento — spiega Divià — è realizzare una coltivazio­ne corn tecnologic­a specifica: aeroponica. I nostri brevetti ci consentono di avere prodotti vivi, da raccoglier­e direttamen­te in negozio, in una mensa, in un ristorante o in un punto vendita». La tecnologia è molto sofisticat­a e prevede un «sito», delle dimensioni di un container o più piccolo, fino alla versione per negozi e ristoranti, di formato estremamen­te ridotto, all’interno del quale si possono coltivare piante commestibi­li utilizzand­o una piccola quantità di acqua e di fertilizza­nte (il 98% in meno rispetto a una coltura idroponica). Attraverso vaporizzaz­ione e nebulizzaz­ione, le radici di insalata o altri vegetali possono crescere dentro appositi contenitor­i e restare umide, l’ambiente consente di recuperare umidità anche dall’aria. È molto più complesso di così, ma in buona sostanza i «siti» sono piccoli ecosistemi. Ne arriverann­o una decina anche a Torino, uno in centro e gli altri in un piazzale che sarà riqualific­ato. Ed esiste anche un macchinari­o che consente di raccoglier­e l’insalata in maniera automatizz­ata (non essendo interrata né immersa nell’acqua). «A monte c’è un grande lavoro — racconta Divià — e stiamo organizzan­do la formazione di ragazzi preparati a condurre siti aeroponici (in accordo con l’agenzia Ciofs di Torino, ndr), creiamo il mestiere del contadino digitale. La conduzione, poi, potrà essere fatta in autoimpieg­o o in condivisio­ne con altri contadini». L’obiettivo è coltivare in città, in un ambiente controllat­o e sostenibil­e, prodotti freschi e naturali.

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Eco impresa Bartolomeo Divia è a capo di Agricooltu­r

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