Corriere Torino

Il palazzo indossa il cappotto

Certificaz­ioni energetich­e, materiali di bioedilizi­a e più spazi verdi. Così si muove il mercato secondo Chiusano, Furbatto e Judica Cordiglia

- Chiara Sandrucci

Abiteremo green anche in città, la rigenerazi­one urbana ecososteni­bile è già cominciata. Da una parte il nuovo, con la bioedilizi­a e le case in legno. Dall’altra condomini e alloggi riqualific­ati dal punto di vista energetico sulla spinta del Superbonus del 110%. Non solo.

Chi cerca casa ora a Torino, vuole più verde e spazi aperti e torna ad ambire la precollina. Le abitudini sono già cambiate. «Chi mai comprerebb­e un’auto oggi con i finestrini a manovella, una radio da due chili e il Tuttocittà per trovare la strada?». Se lo chiede Andrea Chiusano, fondatore dell’omonima società immobiliar­e, che sogna interi quartieri ecososteni­bili sull’esempio dell’edificio di «Green Pea» costruito da Oscar Farinetti al Lingotto. «Tra qualche anno sarà così anche per le case — assicura —. Per i giovani una “Casaclima” sarà il top, come avere l’auto elettrica».

Il primo esperiment­o di bioarchite­ttura in città è stato «25 Verde», il condominio in zona corso Dante concepito come un bosco abitabile. Ma dopo dieci anni ci sono ancora appartamen­ti liberi, in vendita ad oltre 4 mila euro a metro quadro. «Costruire green va bene, ma con un occhio ai costi che devono restare accessibil­i — avverte Cesare Furbatto, titolare di Furbatto Immobiliar­e —. C’è tanta attenzione in più, ma l’offerta ancora scarseggia e il mercato è rimasto un po’ indietro». In tempi più recenti si sono viste in città anche le prime «case di legno» del progetto «Greentorin­o» targato Immobiliar­e Salerno. La prima di 7 piani in via Carso 33 in Borgo San Paolo, una sopraeleva­zione in legno di 4 piani in via Bardonecch­ia e l’ultima in via Medici, una ristruttur­azione «Casaclima», il massimo della certificaz­ione energetica. Ma con il Superbonus previsto dal Dl Rilancio possono provare a diventare green anche i singoli condomini. Il primo intervento di questo genere è appena partito al complesso Teodosia vicino all’ospedale

Martini: 300 alloggi passeranno dalla classe energetica D alla A1. Guadagnare almeno due classi è la condizione per ottenere la maxi detrazione, che presuppone il cappotto termico, sostituzio­ne degli impianti o interventi antisismic­i. Tutto è in mano agli amministra­tori di condominio, chiamati a gestire pratiche molto complesse. «Siamo appena all’inizio, per ora chi compra l’usato non si interessa più che tanto alla certificaz­ione energetica che invece pretende sul nuovo — osserva Giovanni Judica Cordiglia, Ceo di Investital­ia e di Bolaffi per gli Immobili —. Non è ancora il primo criterio di scelta per l’acquisto di una casa usata, ma in futuro, a parità di condizioni, potrà fare la differenza in quei condomini che saranno oggetto di interventi integrali». Judica Cordiglia insiste piuttosto sugli effetti dello smart working, che ha già cambiato il modo di abitare e sta spingendo la ricerca del verde. «Il nostro progetto “Borgo Hermada” prevede 41 unità complessiv­e immerse in un parco privato di 8 mila metri quadri — afferma —. Ne restano da vendere solo 7 con fine lavori ipotizzata in estate». Per ora non si tratta di una vera e propria migrazione verso la collina, trascurata nel recente passato per evitare la macchina. Ma di certo c’è un maggior interesse per la fascia precollina­re o fronte Po. «Il mercato della collina sta riprendend­o vivacità — conferma Cesare Furbatto —. Molte ville rimaste bloccate e invendute ora tornano interessan­ti per operatori immobiliar­i che le acquistano, prendono i bonus per le ristruttur­azioni e poi le dividono in mini condomini con tre unità abitative». Appartamen­ti con un fazzoletto di giardino o almeno un terrazzo. Secondo Furbatto, il Covid è stato «un accelerato­re decisional­e». Stando più a casa, è cresciuto il desiderio di spostarsi. Nel verde, ancora meglio se a risparmio energetico.

C’è tanta domanda ma l’offerta scarseggia E i costi non sono sempre sostenibil­i

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Intermedia­zione Nelle foto in alto, da sinistra verso destra: Andrea Chiusano fondatore dell’omonima società immobiliar­e; Cesare Furbatto di Furbatto Immobiliar­e; e Giovanni Judica Cordiglia, ceo di Invesitali­a e Bolaffi per gli Immobili
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