Dybala e altri misteri
A oltre 40 giorni dallo stop, slitta ancora il ritorno dell’argentino: emergenza Juve Pirlo punta su Mckennie e scalda Fagioli
Torna o non torna? Per ora, non torna. Eppure Paulo Dybala è stato a più riprese vicino al recupero, si è allenato almeno in parte in gruppo, è stato pure convocato. Ma alla fine della fiera, quando il calendario dice lunedì 22 febbraio e in programma c’è Juventus-crotone, l’attacco bianconero dovrà fare ancora a meno del suo numero dieci.
È fermo ormai dal 10 gennaio quando, a fine primo tempo contro il Sassuolo, chiese il cambio dopo un brutto colpo al ginocchio sinistro: gli esami strumentali avevano escluso problemi gravi, il referto parlava di una lesione di basso grado del legamento collaterale mediale, un verdetto che si poteva tradurre in uno stop di circa 1520 giorni. Rinviato l’appuntamento con la gara d’andata di Coppa Italia con l’inter, subito dopo il match di campionato vinto contro la Roma lo stesso Andrea Pirlo aveva dichiarato di sperare in un pronto rientro di Dybala, che stava per riprendere ad allenarsi con la squadra, nuovo obiettivo la semifinale di ritorno del 9 febbraio: niente da fare, all’aumento dei carichi di lavoro è coinciso un ritorno del dolore al ginocchio. Parola d’ordine prudenza nonostante tutto, fuori anche contro il Napoli, alla vigilia del match di Champions con il Porto però l’incubo sembrava finito, buona parte di allenamento in gruppo e Dybala finalmente nell’elenco dei convocati anche se non ancora pronto. «Non avrebbe avuto nemmeno cinque minuti», spiegava Pirlo dopo sconfitta di Oporto. Sono trascorsi altri giorni ma la situazione non è migliorata, così a distanza di oltre 40 giorni dall’infortunio, Dybala non è arruolabile, come ammesso sempre dal tecnico bianconero in occasione della conferenza stampa di ieri: «Dybala non sarà disponibile. Purtroppo invece di migliorare le cose rimangono uguali. Il dolore al ginocchio persiste, bisogna aspettare ancora qualche giorno».
Bisogna aspettare, le condizioni non migliorano, il mistero si infittisce. E la Juve ne avrebbe sempre più bisogno, anche considerando un attacco ridotto ai minimi termini, dal momento che oltre a un Dejan Kulusevski troppo altalenante, per affiancare Cristiano Ronaldo resta Alvaro Morata, a sua volta al centro di un complicato stato di forma culminato con lo svenimento post Porto-juventus. Almeno in panchina, però, lo spagnolo questa sera ci sarà: «Sta leggermente meglio. Ha avuto questo virus intestinale che non lo faceva stare al 100% da un po’ di giorni, speriamo domani possa essere a disposizione almeno per una parte della partita», il racconto di Pirlo. Che pure deve fare a meno di tanti altri elementi importanti.
Ai box ci sono Juan Cuadrado, Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini, rendendo obbligate le scelte in difesa per esempio. Ma è a centrocampo che la Juve pare in grave difficoltà. L’unico al 100% è Adrien Rabiot, squalificato contro il Crotone. Poi c’è Weston Mckennie
non al meglio per un problema al fianco («È una roccia e stringerà i denti perché siamo contati»), Rodrigo Bentancur protagonista al contrario a Porto e sempre alle prese con qualche acciacco («Ha avuto un problemino durante la settimana, ma credo sia recuperabile. È normale che sia deluso»), Aaron Ramsey ora a disposizione ma chissà per quanto, all’occorrenza toccherà al baby Nicolò Fagioli. Mentre non si possono fare previsioni riguardo il rientro di Arthur, che si era ripreso dopo l’infortunio patito a dicembre con l’atalanta salvo poi rifermarsi due settimane fa: «Va valutato giorno dopo giorno, il suo è un problema che non può avere tempi di recupero effettivi. Finché non gli passa il dolore non può scendere in campo».