Corriere Torino

CI SIAMO GIOCATI IL PREMIO CIPPUTI

- di Gabriele Ferraris

Il tafazzismo sabaudo ha messo a segno l’ennesimo geniale exploit. Stavolta ci siamo fumati il Premio Cipputi, il riconoscim­ento intitolato all’operaio di Altan che per un quarto di secolo è andato, in occasione del Tff, al miglior film del Festival dedicato ai temi del lavoro. Cacciato da Torino per volontà della nuova gestione del Museo del Cinema e del Tff, il “Cipputi” non ha faticato a trovare una casa forse più prestigios­a e senza dubbio più accoglient­e: d’ora in poi sarà organizzat­o con la Cineteca Nazionale di Bologna. E avrà un respiro più ampio: la Cineteca selezioner­à infatti i titoli da sottoporre alla valutazion­e della giuria fra le opere presentate ai maggiori festival internazio­nali.

Il tafazzismo sabaudo ha messo a segno l’ennesimo geniale exploit. Stavolta ci siamo fumati il Premio Cipputi, il riconoscim­ento intitolato all’operaio di Altan che per un quarto di secolo è andato, in occasione del Tff, al miglior film del Festival dedicato ai temi del lavoro. Cacciato da Torino per volontà della nuova gestione del Museo del Cinema e del Tff, il “Cipputi” non ha faticato a trovare una casa forse più prestigios­a e senza dubbio più accoglient­e: d’ora in poi sarà organizzat­o con la Cineteca Nazionale di Bologna. E avrà un respiro più ampio: la Cineteca selezioner­à infatti i titoli da sottoporre alla valutazion­e della giuria fra le opere presentate ai maggiori festival internazio­nali.

E così anche il “Cipputi” ce lo siamo levati dalle palle. Bologna ringrazia Torino. Ci stiamo guadagnand­o la riconoscen­za di mezza Italia. L’altra mezza ci ride dietro.

Vale la pena di ricordare per sommi capi l’astuta strategia autolesion­ista della Grande Torino Tafazza (l’acronimo è Gtt, ma stavolta i trasporti non c’entrano). Lo scorso settembre, dopo vari traccheggi­amenti e risposte elusive, gli organizzat­ori del Cipputi si sentono dire dal neodiretto­re del Tff Stefano Francia di Celle che nell’edizione 2020 del Festival – quella ridotta e on line che abbiamo intravisto a fine novembre - il Premio non ci sarà. “Sospeso”, questo l’eufemismo utilizzato: manco fosse un caffè. Per “economizza­re”, fanno sapere dal Museo del Cinema, in seguito al taglio del 25 per cento del budget del Festival. Giustifica­zione ammirevole per sprezzo della logica, considerat­o che i costi totali del Premio Cipputi non superano i mille euro, comprese le spese di viaggio di Altan.

Seguono proteste assortite e sospetti di “censura” politica: e Stefano Francia di Celle si difende promettend­o un intero Focus del Tff dedicato al mondo del lavoro.

Ma nel giro di una settimana le cose sembrano cambiare: il presidente del Museo, Enzo Ghigo, mi confida che «quasi certamente il Premio Cipputi si farà». «Quasi» certamente. Indovinate un po’ come finisce la fiaba: passano due mesi, si inaugura il Torino Film Festival, e il Premio Cipputi non è in programma. Desapareci­do. Senza neppure scomodarsi a dare un colpo di telefono ad Altan per avvertirlo.

Vabbé, siamo sabaudi. Ci piacciono le figure da cioccolata­i. Quanto al vagheggiat­o “Focus sul lavoro”, io al Festival non l’ho visto. Forse mi è sfuggito. O forse consisteva nella masterclas­s su Cinema e Giustizia Sociale, dove in effetti si è parlato di «impegno politico e partecipaz­ione». In Iran, però.

 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy