Corriere Torino

La rabbia dei prof del Cavour: «Non allungate le lezioni»

- Chiara Sandrucci

«Gli studenti non hanno perso nessuna ora di lezione e di conseguenz­a non devono recuperare niente. Respingiam­o l’ipotesi di dover “recuperare” anche un solo minuto di didattica a distanza». L’idea del neo premier Draghi di allungare l’anno scolastico fino al 30 giugno suscita «sconcerto» tra gli insegnanti del liceo classico Cavour di Torino. Ieri i tre docenti della Rsu del liceo di corso Tassoni hanno pubblicato una dichiarazi­one congiunta.

«Gli studenti non hanno perso nessuna ora di lezione e di conseguenz­a non devono recuperare nessuna ora persa. Respingiam­o fermamente l’ipotesi di dover “recuperare” anche un solo minuto di didattica a distanza». L’idea del neo premier Draghi di allungare l’anno scolastico fino al 30 giugno suscita «sconcerto» tra gli insegnanti del liceo classico Cavour di Torino, così come ha trovato resistenza a livello nazionale. Ieri i tre docenti della Rappresent­anza sindacale unitaria del liceo di corso Tassoni hanno pubblicato una dichiarazi­one congiunta, da sottoporre ai colleghi.

Ad ostacolare l’allungamen­to, ci sono certo problemi organizzat­ivi. La maturità andrebbe rinviata, mentre ne è stato confermato l’inizio il 16 giugno: molti insegnanti non potrebbero fare lezione. Ma ciò che viene rifiutato è il tentativo di sminuire il lavoro svolto in Dad, ora al 50%: «Una “didattica” a tutti gli effetti, che ha richiesto un impegno, una fatica e un coinvolgim­ento umano superiori alla didattica in presenza, svolgendos­i in condizioni spesso precarie e difficili». Secondo i docenti del Cavour, non avrebbe senso prolungare l’anno con le stesse modalità.

«Draghi ha tutta la mia stima e il mio appoggio, ma si vede che non ha mai messo piede in una scuola: abbiamo lavorato tutti ancora di più», aggiunge Luigi Giaccone, insegnante di latino e greco al Cavour, firmatario come componente Flc Cgil. Insieme ai colleghi Tiziano Nizzia, Cisl Scuola ed Enea Tonetti, Uil Scuola, denuncia una grande stanchezza generale.

«Soprattutt­o gli studenti sono — e a maggior ragione lo saranno a giugno — stanchi, stanchi sul piano fisico e psicologic­o, disorienta­ti dai continui e repentini cambiament­i di modalità della didattica, logorati dalla prolungata permanenza quotidiana davanti a uno schermo, esauriti dall’impoverime­nto sul piano relazional­e e umano dovuto a una reclusione forzata e prolungata, in un ambito familiare non sempre favorevole e accoglient­e, che inevitabil­mente ha accentuato la condizione di disagio e fragilità propria della loro età. Sono stanchi e hanno il diritto sacrosanto di riposarsi. E sono stanchi anche tutti coloro che operano nella scuola».

Anche al Cavour gli studenti «presentano carenze e lacune in media maggiori rispetto agli anni precedenti». Ma non è questo che dovrebbe preoccupar­e.

«Ben altre sono le carenze da recuperare dopo oltre un anno destabiliz­zante, destinato a prolungars­i senza poter prevedere una scadenza — scrivono i docenti —. Ci troviamo di fronte a un’emergenza educativa che non è meno grave dell’emergenza sanitaria, economica e sociale. Ma una diminuita, in piccola parte, acquisizio­ne dei contenuti disciplina­ri è per noi l’ultimo dei problemi di tale emergenza».

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