Corriere Torino

E Wikipedia entrò al Polo del ‘900

Un incontro tra cultura e digitale per creare nuove voci e valorizzar­e gli archivi

- Di Paolo Morelli

Quando si cerca qualcosa online, il primo approdo è spesso Wikipedia. In tante situazioni è anche l’ultima, perché spesso la si utilizza senza conoscerne il funzioname­nto e questo può generare problemi. Ci sono stati casi in cui delle foto, prese dalla più nota encicloped­ia del web, sono state ripubblica­te altrove senza citare la fonte. La faccenda è finita in Tribunale e a vincere sono stati gli autori delle immagini. A raccontarl­o è Marco Chemello, il «wikipedian­o in residenza» che da qualche giorno ha iniziato a lavorare al Polo del ‘900. L’obiettivo è formare il personale dell’ente, con 15 seminari nell’arco dei prossimi sei mesi, per insegnare il corretto utilizzo e svelare le potenziali­tà di uno degli strumenti di conoscenza più noti di Internet. «Sono un facilitato­re — racconta —. Consento al personale di acquisire competenze tecniche e di scrittura per contribuir­e a Wikipedia».

Quando si cerca qualcosa online, il primo approdo è spesso Wikipedia. In tante situazioni è anche l’ultima, perché spesso la si utilizza senza conoscerne il funzioname­nto e questo può generare problemi. Ci sono stati casi (pochissimi, in verità) in cui delle foto, prese dalla più nota encicloped­ia del web, sono state ripubblica­te altrove senza citare la fonte.

La faccenda è finita in Tribunale e a vincere sono stati gli autori delle immagini. A raccontarl­o è Marco Chemello, il «wikipedian­o in residenza» che da qualche giorno ha iniziato a lavorare al Polo del ‘900.

L’obiettivo è formare il personale dell’ente, con 15 seminari nell’arco dei prossimi sei mesi, per insegnare il corretto utilizzo e svelare le potenziali­tà di uno degli strumenti di conoscenza più noti di Internet.

«Sono un facilitato­re — racconta — e un formatore. Consento al personale di acquisire competenze tecniche e di scrittura per contribuir­e a Wikipedia attraverso il caricament­o di immagini e la verifica delle fonti».

Il Polo del ‘900 metterà a disposizio­ne i propri contenuti per arricchire l’encicloped­ia e, al tempo stesso, promuovers­i.

«Spiego come si creano le voci — aggiunge Chemello —, come si caricano le immagini, quali voci si possono creare e quali no. Un altro aspetto molto importante, poi, riguarda le linee guida che si adattano alla comunità».

Quando parla di «comunità» si riferisce a wikimedia, come viene chiamato l’insieme delle persone che in tutto il mondo contribuis­cono alla crescita e alla «manutenzio­ne» dell’encicloped­ia digitale.

Solo in Italia, ogni mese, novemila persone vi lavorano, tra chi scrive voci, chi le verifica e chi elimina informazio­ni errate o non verificate.

«Wikipedia — sottolinea Chemello — è un grosso amplificat­ore di contenuti culturali. I contenuti sono concessi in licenza libera e possono sopravvive­re, ma è necessario rispettare le licenze con cui vengono diffusi, altrimenti è una violazione (le Creative Commons, ndr). Ciò che mettiamo su Wikipedia rimarrà negli anni come patrimonio, perché il sito non è legato a un’azienda che prima o poi chiude».

A gestire i server di Wikipedia è l’americana Wikimedia Foundation (che ospita anche gli altri servizi legati all’encicloped­ia), i contenuti invece vengono gestiti dalla comunità mondiale di wikipedian­i. Diverse nazioni, poi, hanno una organizzaz­ione nazionale di riferiment­o, riconosciu­ta dalla fondazione.

Nel nostro Paese esiste Wikimedia Italia, associazio­ne per cui lavora Marco Chemello. Architetto, vicentino e classe 1967, ha iniziato come volontario su Wikipedia nel 2004, dall’anno successivo è diventato uno degli amministra­tori dell’edizione italiana (ora sono oltre un centinaio). Dal 2011, poi, ha iniziato a lavorare come tutor per le istituzion­i culturali, nell’ambito di progetti chiamati Glam (Galleries, libraries, archives and museums), ma Wikimedia Italia lavora molto anche con scuole e università.

A Torino, da un anno, sta lavorando anche con l’accademia delle Scienze, che ha concesso i contenuti del proprio sito web con licenza libera, ma lavora anche su Milano, con Fondazione Beic e Archivio Storico Ricordi.

«Si dice che Wikipedia sia uno dei migliori posti da cui partire per una ricerca, deve essere l’inizio di un percorso — conclude Chemello — e questo lo spieghiamo soprattutt­o agli studenti. Vogliamo esercitare la capacità critica. Per gli enti culturali è una questione di promozione legittima, ma parliamo di valorizzaz­ione. Chi collabora con noi sa che se impara a usare l’open access può ottenere molto su questo piano. Nel caso del Polo del ‘900, utilizzere­mo questo ente come fonte autorevole».

L’esperienza sarà oggetto di un convegno, promosso dal Polo, che si terrà a giugno ad Archivissi­ma. Il tema? La comunicazi­one dei patrimoni culturali nell’era del digitale.

❞ Sono un facilitato­re e un formatore Consento al personale di acquisire competenze tecniche e di scrittura per dare un contributo a Wikipedia

❞ Spiego come si creano le voci come si caricano le immagini, quali voci si possono creare e quali no. Molto importanti, sono le linee guida

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Il Polo del ‘900 metterà a disposizio­ne i propri contenuti per arricchire l’encicloped­ia digitale e, al tempo stesso, promuovers­i
L’accordo Il Polo del ‘900 metterà a disposizio­ne i propri contenuti per arricchire l’encicloped­ia digitale e, al tempo stesso, promuovers­i
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Marco Chemello, il «wikipedian­o in residenza» che da qualche giorno ha iniziato a lavorare al Polo del ‘900

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