Ventunenne accoltellata «Lui la minacciava»
Ai carabinieri: le aveva già puntato una siringa al collo
Ha accoltellato, ferendola gravemente, l’ex fidanzata, colpendola più volte in più parti del corpo, ed è stato arrestato per tentato omicidio dai carabinieri. L’aggressione è avvenuta domenica sera in corso Marconi, nel quartiere San Salvario. L’uomo, Jetmir Kurtsmajlaj, 27 anni, ex studente del Politecnico ora disoccupato, una denuncia per lesioni, ha atteso l’arrivo dei carabinieri vicino alla ragazza, una studentessa greca di 21 anni. Lei, ferita al torace, all’addome e al collo, si è svegliata dopo un’operazione durata sei ore, ed è ora in prognosi riservata alle Molinette. «Era spaventata da quel tipo, che l’aveva minacciata di morte», ha raccontato la sorella ai militari del nucleo radiomobile, allertati da alcuni passanti che avevano chiamato il 112.
Mia sorella «era molto spaventata da questo tizio albanese — racconta nella notte ai carabinieri Artemis K. 23 anni — perché l’aveva minacciata di morte su Instagram». E non si trattava solo di violenza digitale, purtroppo, visto che alle parole aveva già fatto seguire i fatti: «Solo sei giorni fa l’aveva aggredita», spiega la giovane, negli uffici del nucleo radiomobile del comando provinciale. Con efferata modalità, se mai ci fosse una classifica delle minacce: «Lei era andata a casa sua per invitarlo a smettere di perseguitarla, ma lui, dopo averla fatta salire, aveva chiuso la porta e aveva cercato di piantarle una siringa con ago nel collo, per iniettarle non si sa cosa». Non era finita peggio, solo per la reazione della ragazza: «Era riuscita a impedirlo, fuggendo via». Non era la fine, ma solo un capitolo.
Per questo, quel giorno, sul posto era intervenuta anche una volante della polizia, «chiamata da mia sorella: solo che il ragazzo era già scappato» e poi non l’avevano più trovato. Gli agenti l’avevano ovviamente informata: signorina, guardi che può fare denuncia. Va da sé, era terrorizzata: «Mi aveva scritto messaggi via whatsapp — ricostruisce ancora la giovane — per chiedermi di accompagnarla all’ospedale, proprio in seguito all’aggressione con la siringa». E poco importa che al pronto soccorso non ci fosse evidenza del segno di un ago. Dagli occhi della sorella, la storia aveva virato verso il thriller all’improvviso: anzi, soprattutto perché «una storia» vera non c’era. «Che io sappia — ricorda ancora la giovane ai carabinieri — lei vive da sola e non aveva alcuna relazione sentimentale». Tra la facoltà di Lingue dell’università e San Salvario, dove vive in una piccola mansarda, aveva amici, ma non fidanzati.
Magari un flirt: «Cinque o sei mesi fa — continua il racconto – ha frequentato una persona di nazionalità albanese, di cui però non conosco il nome». Ne l’aveva mai visto di persona. «Ma so che abita vicino a mia sorella», nel quartiere San Salvario. Difatti, domenica pomeriggio, s’incontreanno a metà strada, all’inizio di corso Marconi. I guai erano iniziati di recente: «Due-tre settimane fa, mia sorella mi raccontò che il suo ex amico albanese aveva lasciato il lavoro perché non lo pagavano abbastanza». Pausa. Ed aveva iniziato a essere molesto, si deduce: «So che litigavano spesso per disaccordi in generale, ma non so nel dettaglio i reali motivi».
Certo la faccenda si era già fatta preoccupante, nei toni e nelle modalità: «So che quel ragazzo ha scritto un messaggio privato su Facebook a nostra nonna, in Grecia, chiedendole soldi e ingiuriando mia sorella su fatti non veri. Ma non conosco nei dettagli il messaggio». C’era di più: «So che ha scritto anche all’ex ragazzo di mia sorella di cui non conosco il nome, come neppure conosco il contenuto del messaggio». Fatto sta, sottolinea la giovane che «mia sorella era molto spaventata da quel tipo». Si erano comunque rivisti, chissà se per un ultimo chiarimento, una chiacchierata, un saluto. Nelle tracce dei telefoni, che in questi giorni saranno analizzati dai carabinieri del nucleo investigativo, l’ultimo contatto tra le sorelle avviene domenica: «Verso le 14.40 mi aveva inviato un messaggio con la sua posizione». Probabilmente per non farla preoccupare: «Mi aveva anche scritto che era con lui, e poi ancora verso le 17». Fino alle ultime parole: «Mi ha comunicato che stava bene e che mi avrebbe chiamata dopo». Ma il telefono non ha più squillato: poco più di tre ore dopo, lei era a terra, in fin di vita.
❞ La paura Era molto spaventata da questo albanese perché l’aveva minacciata su Instagram
❞ I legami sentimentali Che io sappia lei vive da sola e non aveva alcuna relazione sentimentale
❞ Le liti So che litigavano spesso per disaccordi in generale, ma non so nel dettaglio i reali motivi