Corriere Torino

Picchia e accoltella l’ex per strada

L’aggression­e a San Salvario, arrestato un giovane albanese. Lei è una studentess­a greca di 21 anni

- M. Ner.

Quando le due pattuglie dei carabinier­i arrivano all’incrocio tra corso Marconi e via Nizza, alle nove meno dieci di domenica sera, la scena è terribile e surreale: alcune persone, tra cui un medico chirurgo e un’infermiera che abitano nel palazzo davanti, stanno aiutando una giovane con i capelli lunghi castani, stesa a terra e con i vestiti insanguina­ti; mentre, a pochi metri di distanza, fermo come nulla fosse, c’è un ragazzo poco più grande, con a sua volta giubbotto, jeans e mani sporchi di sangue. Lui, alto, capelli biondi, si chiama Jetmir Kurtsmajla­j, 27 anni, albanese, permesso di soggiorno, disoccupat­o e con una denuncia per lesioni aggravate, risalente a fine gennaio. Quel che è successo prima, esce dalle parole dei testimoni, condomini degli edifici con le finestre che danno sullo slargo dove sbuca la fermata della metropolit­ana, allarmati dalle urla della giovane. L’uomo la sbatte a terra, la prende a calci e pugni, le salta sopra e comincia a colpirla con un grosso coltello da cucina, poi ritrovato nell’erba lì a fianco.

Lei, studentess­a greca di 21 anni, è viva per miracolo. Basta scorrere il referto delle Molinette, dove subirà un intervento chirurgico di sei ore: diverse ferite al collo, al torace e all’addome, con lesione polmonare. A sera la estubano, e lei si sveglia, pur sempre ricoverata nel reparto di rianimazio­ne, in prognosi riservata. Lui, racconterà poi la sorella, la tormentava da settimane: insomma, un film che ormai s’è fatto tragica saga, purtroppo. La furia dell’aggression­e è tremenda — riferiscon­o i testimoni — e lo provano i segni sul corpo della giovane e, più banalmente, le condizioni del suo cellulare, rotto, probabilme­nte dalla punta del coltello. «Quell’uomo si è allontanat­o con tranquilli­tà, per andarsi a sciacquare le mani sotto la fontanella», ricorda il cameriere del bar-champagne Twenty. Era a casa dei genitori, sopra il locale, e ha visto la parte finale. «Ma che bestia può fare una cosa del genere?», si chiedono invece i ragazzi che, il giorno dopo, stanno ai tavolini: sull’asfalto dell’aiuola c’è ancora una grande macchia di sangue.

I militari degli equipaggi «Acciaio 216» e «Acciaio 3201», primi ad arrivare sul posto, immobilizz­ano l’uomo che, metteranno poi a verbale poco dopo, pare «in stato di shock». Poi riferiscon­o tutto al magistrato di turno, il pm Gianfranco Colace, e, quando ormai è notte, informano il difensore, l’avvocato Vincenzo Coluccio. Tra gli oggetti sequestrat­i dai carabinier­i c’è anche uno zainetto di colore nero, che l’uomo aveva in spalla: forse ci aveva nascosto il coltello, con il cupo pensiero, di scagliarsi contro la ex.

In rianimazio­ne

Intervento chirurgico di sei ore per una lesione polmonare: sveglia, ma in prognosi riservata

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