Arese e la fiammata tricolore Il college, la pista e la doppietta
«Il titolo nei 1500 era l’obiettivo, i 3000 sono stati un azzardo così ora sogno Tokyo»
Per festeggiare, si è rimesso subito sui libri. Campione e studente, il binomio è possibile evidentemente. Pietro Arese è l’esempio lampante: il mezzofondista classe ’99 è la stella nascente dell’atletica piemontese e ha appena messo a segno una incredibile doppietta, che gli è valsa il titolo italiano dei 1.500 e dei 3.000 metri agli Assoluti indoor di Ancona.
Si tratta dei primi due successi tra i «grandi» per il ventunenne torinese che, nel primo lunedì da fresco bi-campione italiano, si è dedicato a un altro obiettivo altrettanto importante, la laurea. Arese è al terzo anno di Ingegneria per la sicurezza del lavoro e dell’ambiente all’università dell’insubria. Da settembre 2018, infatti, è entrato nel «College del mezzofondo» e si è trasferito a Varese, grazie ad un bando della Fidal e dell’ateneo lombardo.
«Ho avuto la fortuna di far parte di questo progetto che logisticamente ed economicamente è di grande aiuto per gli atleti che intendono coniugare sport e studio ad alto livello. Da pochi mesi, inoltre, mi sono arruolato nelle Fiamme Gialle e adesso sono un atleta professionista. Ad ottobre mi laureo». Nel frattempo, ropei per capire il mondo dei grandi. In ogni caso, qualche film me lo sono già fatto: tutte le gare possono essere fatte bene, puntando a una pazzia. Se non avessi fatto il matto, non avrei vinto anche nei 3.000. E allora, perché non rifarlo?». Ad Ancona l’obiettivo erano i 1.500 «dove avevo una discreta sicurezza»; la doppia distanza è stata davvero una sorpresa. «Non ero il favorito ma tatticamente la gara si è messa bene e ai 300 metri ho lanciato la volata…».
Adesso c’è un altro Arese al vertice, dopo Franco (l’ex presidente Fidal che ha scritto la storia del mezzofondo azzurro), anche se i due non sono parenti: «Spero di carpire qualche consiglio da un grande campione come lui». La scalata di Pietro infatti è appena iniziata: «Devo crescere nella velocità di base e devo interiorizzare l’ambiente assoluto, sia a livello nazionale che internazionale, contro nuovi avversari». Il grande traguardo ora è Tokyo: «Sto cominciando a realizzare che posso qualificarmi per davvero. Si può fare, anche senza il minimo ma grazie al nuovo sistema del ranking. Il vero sogno per il futuro è la finale olimpica». Arese, appassionato di Lego e di psicologia, suona anche il pianoforte: «Per gli Europei o per Tokyo potrei imparare una marcia trionfale oppure la colonna sonora del Signore degli anelli, di cui sono appassionato». Anelli e cerchi olimpici, del resto, hanno la stessa forma.
❞ La follia Le gare si possono fare tutte bene con una pazzia Se non avessi fatto il matto, non avrei vinto anche nei 3.000