Corriere Torino

Peirone (Ceip): «Dati e imprese per andare all’estero»

Peirone: «Stati generali dell’internazio­nalizzazio­ne»

- Di Andrea Rinaldi

Si è fatto un po’ attendere, ma il Godot del Ceip Piemonte finalmente è arrivato. E pare che sia valso aspettare a lungo. L’uscita a effetto dei razzi texani di Exos lo confermere­bbe: il nuovo corso del centro estero per l’internazio­nalizzazio­ne — varato dal nuovo presidente Dario Peirone, docente di Economia e gestione delle imprese, — sta portando risultati. «Il piano era stato approvato prima di Natale, avrà tre pilastri a supporto dell’export. Verrà costruita una banca dati sui mercati internazio­nali, messa a disposizio­ne del territorio».

Si è fatto un po’ attendere, ma il Godot del Ceip Piemonte finalmente è arrivato. E pare che sia valso aspettare a lungo. L’uscita a effetto dei razzi texani di Exos lo confermere­bbe: il nuovo corso del centro estero per l’internazio­nalizzazio­ne – varato dal nuovo presidente Dario Peirone, docente di Economia e gestione delle imprese, fortemente voluto dall’assessore regionale in quota Lega, Fabrizio Ricca - sta portando risultati.

Presidente come mai questo ritardo? Gli industrial­i scalpitava­no.

«Il piano era stato approvato prima di Natale, non c’era stato il tempo tecnico per la delibera, ecco perché l’assemblea non ha dato l’ok il 30 dicembre. Ma vi arriverà a marun’incertezza

zo quando ci sarà la delibera regionale e sarà presentato tra aprile e maggio con un grande evento: gli Stati generali sull’internazio­nalizzazio­ne».

Come è strutturat­o?

«Innanzitut­to lo definirei strategico. Non è un vezzo o un aggettivo che fa moda. In passato il Ceip varava progetti che poi finivano e non si sapeva come rifinanzia­rli, allora si stilava un piano con una marea di pagine per giustifica­re il contributo pubblico che salvasse il Ceip. Per fortuna la Regione ha voluto ragionare in modo diverso».

Ovvero?

«Ha voluto intraprend­ere un’azione di sistema. C’è

incredibil­e, ha senso fare un piano industrial­e con nei dettagli quello che verrà fatto o meno a causa del Covid?».

Non ha molto senso, in effetti.

«No che non ce l’ha. Quindi poca carta e obiettivi chiari, da condivider­e con i soci come le Camere di commercio e i non soci come la Confindust­ria Piemonte. Ero appena stato nominato e ho incontrato un ambasciato­re senza sapere cosa in concreto il Piemonte potesse andare a fare nel suo Paese. Mi son detto che una cosa così non sarebbe più dovuta succedere. Così abbiamo discusso con gli stakeholde­r e siamo giunti a un piano con tre pilastri a supporto dell’export. Verrà costruita una banca dati sui mercati internazio­nali, implementa­ta e messa a disposizio­ne del territorio».

Come funzionerà?

«Avrà una business intelligen­ce al suo interno, aiuterà a capire i player con cui abbiamo a che fare, i punti di forza con cui operare».

Il secondo pilastro qual è?

«Promozione del territorio per attrarre investimen­ti, che si articola su alcune azioni specifiche come il mantenimen­to dei grandi eventi e il loro aumento. Mi riferisco alle business convention come quella sull’automotive Vtm e quella sull’aerospace. L’idea è un terzo evento sull’alta gamma, una filiera trasversal­e che sta dentro progetti integrati e comprende vari settori industrial­i come lusso, gioielleri­a, design e moda».

E sull’alimentare, altra eccellenza piemontese?

«Sì, certo, ancora non siamo in grado, ma vorremmo farla».

La convention sull’alta gamma vorreste programmar­la già quest’anno?

«Non dipende da noi. Lo scopo è creare partecipaz­ione alle fiere e fare lead generation (un’azione di marketing che consente di generare una lista di possibili clienti interessat­i ai prodotti o servizi offerti da un’azienda, ndr), quello cioè verificato­si con Exos: entrare in contatto con soggetti e avere un’azione chiara per trattenerl­i».

Che azione?

«Far vedere ad aziende straniere potenzialm­ente interessat­e le imprese piemontesi giuste ed essere veloci nelle risposte, mostrare loro che c’è un ecosistema».

Presidente manca il terzo pilastro.

«Formazione. I nostri imprendito­ri hanno bisogno di qualcuno che li aiuti sull’export e la formazione è molto sottovalut­ata purtroppo. Il cda in questo caso è stato molto unito: l’istruzione avverrò peer to peer, con lezioni di titolari d’azienda che racconta la loro storia di successo, come hanno fatto a vendere in un Paese, come hanno superato le difficoltà. Basta webinar su common law e civil law».

Come verrà finanziato?

«Il piano verrà finanziato dalla Regione con 850 mila euro che, sommati alle risorse dei progetti integrati di filiera e dei mercati, arrivano a 3,5 milioni. Una somma in grado di coprire l’attività del Ciep per tutto il 2021 e la parte del 2020 rimasta scoperta».

Dopo i razzi texani arriverann­o nuove aziende?

«Sì, la richiesta di nuovi insediamen­ti non si è mai fermata, è un processo lungo. All’estero hanno un’idea positiva del Piemonte, ma non corretta».

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Dario Peirone, docente di Economia e gestione delle imprese, presidente Ceip Piemonte
La guida Dario Peirone, docente di Economia e gestione delle imprese, presidente Ceip Piemonte

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