Peirone (Ceip): «Dati e imprese per andare all’estero»
Peirone: «Stati generali dell’internazionalizzazione»
Si è fatto un po’ attendere, ma il Godot del Ceip Piemonte finalmente è arrivato. E pare che sia valso aspettare a lungo. L’uscita a effetto dei razzi texani di Exos lo confermerebbe: il nuovo corso del centro estero per l’internazionalizzazione — varato dal nuovo presidente Dario Peirone, docente di Economia e gestione delle imprese, — sta portando risultati. «Il piano era stato approvato prima di Natale, avrà tre pilastri a supporto dell’export. Verrà costruita una banca dati sui mercati internazionali, messa a disposizione del territorio».
Si è fatto un po’ attendere, ma il Godot del Ceip Piemonte finalmente è arrivato. E pare che sia valso aspettare a lungo. L’uscita a effetto dei razzi texani di Exos lo confermerebbe: il nuovo corso del centro estero per l’internazionalizzazione – varato dal nuovo presidente Dario Peirone, docente di Economia e gestione delle imprese, fortemente voluto dall’assessore regionale in quota Lega, Fabrizio Ricca - sta portando risultati.
Presidente come mai questo ritardo? Gli industriali scalpitavano.
«Il piano era stato approvato prima di Natale, non c’era stato il tempo tecnico per la delibera, ecco perché l’assemblea non ha dato l’ok il 30 dicembre. Ma vi arriverà a marun’incertezza
zo quando ci sarà la delibera regionale e sarà presentato tra aprile e maggio con un grande evento: gli Stati generali sull’internazionalizzazione».
Come è strutturato?
«Innanzitutto lo definirei strategico. Non è un vezzo o un aggettivo che fa moda. In passato il Ceip varava progetti che poi finivano e non si sapeva come rifinanziarli, allora si stilava un piano con una marea di pagine per giustificare il contributo pubblico che salvasse il Ceip. Per fortuna la Regione ha voluto ragionare in modo diverso».
Ovvero?
«Ha voluto intraprendere un’azione di sistema. C’è
incredibile, ha senso fare un piano industriale con nei dettagli quello che verrà fatto o meno a causa del Covid?».
Non ha molto senso, in effetti.
«No che non ce l’ha. Quindi poca carta e obiettivi chiari, da condividere con i soci come le Camere di commercio e i non soci come la Confindustria Piemonte. Ero appena stato nominato e ho incontrato un ambasciatore senza sapere cosa in concreto il Piemonte potesse andare a fare nel suo Paese. Mi son detto che una cosa così non sarebbe più dovuta succedere. Così abbiamo discusso con gli stakeholder e siamo giunti a un piano con tre pilastri a supporto dell’export. Verrà costruita una banca dati sui mercati internazionali, implementata e messa a disposizione del territorio».
Come funzionerà?
«Avrà una business intelligence al suo interno, aiuterà a capire i player con cui abbiamo a che fare, i punti di forza con cui operare».
Il secondo pilastro qual è?
«Promozione del territorio per attrarre investimenti, che si articola su alcune azioni specifiche come il mantenimento dei grandi eventi e il loro aumento. Mi riferisco alle business convention come quella sull’automotive Vtm e quella sull’aerospace. L’idea è un terzo evento sull’alta gamma, una filiera trasversale che sta dentro progetti integrati e comprende vari settori industriali come lusso, gioielleria, design e moda».
E sull’alimentare, altra eccellenza piemontese?
«Sì, certo, ancora non siamo in grado, ma vorremmo farla».
La convention sull’alta gamma vorreste programmarla già quest’anno?
«Non dipende da noi. Lo scopo è creare partecipazione alle fiere e fare lead generation (un’azione di marketing che consente di generare una lista di possibili clienti interessati ai prodotti o servizi offerti da un’azienda, ndr), quello cioè verificatosi con Exos: entrare in contatto con soggetti e avere un’azione chiara per trattenerli».
Che azione?
«Far vedere ad aziende straniere potenzialmente interessate le imprese piemontesi giuste ed essere veloci nelle risposte, mostrare loro che c’è un ecosistema».
Presidente manca il terzo pilastro.
«Formazione. I nostri imprenditori hanno bisogno di qualcuno che li aiuti sull’export e la formazione è molto sottovalutata purtroppo. Il cda in questo caso è stato molto unito: l’istruzione avverrò peer to peer, con lezioni di titolari d’azienda che racconta la loro storia di successo, come hanno fatto a vendere in un Paese, come hanno superato le difficoltà. Basta webinar su common law e civil law».
Come verrà finanziato?
«Il piano verrà finanziato dalla Regione con 850 mila euro che, sommati alle risorse dei progetti integrati di filiera e dei mercati, arrivano a 3,5 milioni. Una somma in grado di coprire l’attività del Ciep per tutto il 2021 e la parte del 2020 rimasta scoperta».
Dopo i razzi texani arriveranno nuove aziende?
«Sì, la richiesta di nuovi insediamenti non si è mai fermata, è un processo lungo. All’estero hanno un’idea positiva del Piemonte, ma non corretta».