Gli alleati Pd: «Primarie per evitare divisioni»
Reazione di Luv, +Europa e Capitale Torino all’endorsement per Lo Russo
«Basta con le prove di forza, l’unico strumento per non dividerci sono le primarie». L’endorsement di Moderati, lista Monviso e Demos per il capogruppo dem Stefano Lo Russo a candidato sindaco del centrosinistra non ha avuto l’effetto sperato. L’unica conseguenza infatti, più che affrettare e ricompattare, sembra essere quella di aver diviso ancora di più la coalizione. E così dopo la presa di posizione degli altri papabili, in particolare Enzo Lavolta, Gianna Pentenero e Igor Boni, a reclamare le primarie sono una parte degli alleati del Partito democratico (gli stessi che non hanno mai nascosto il loro appoggio al chirurgo Mauro Salizzoni). Un richiesta rafforzata dall’ipotesi di urne a ottobre, che si fa sempre più insistente.
«Basta con le prove di forza, l’unico strumento per non dividerci sono le primarie». L’endorsement di Moderati, lista Monviso e Demos per il capogruppo dem Stefano Lo Russo a candidato sindaco del centrosinistra non ha avuto l’effetto sperato. L’unica conseguenza infatti, più che affrettare e ricompattare, sembra essere quella di aver diviso ancora di più la coalizione.
E così dopo la presa di posizione degli altri papabili, in particolare Enzo Lavolta, Gianna Pentenero e Igor Boni, a reclamare le primarie sono una parte degli alleati del Partito democratico (gli stessi che non hanno mai nascosto il loro appoggio al chirurgo Mauro Salizzoni).
Un richiesta rafforzata dall’ipotesi di urne a ottobre, che si fa sempre più insistente: «Dopo l’appello del presidente Mattarella — scrivono Capitale Torino, Sinistra Italina, Possibile, Articolo 1 e + Europa — che ha evidenziato i rischi di andare al voto in una fase ancora critica, lo slittamento delle elezioni amministrative in autunno è sempre più probabile. Ciò significa che riprende consistenza lo strumento delle primarie, al momento considerato l’unico che consentirebbe una sintesi tra tutte le anime del centrosinistra e del suo elettorato, nell’ottica di ricercare una candidatura unitaria evitando il rischio di divisioni».
E infatti il lavoro della segreteria regionale del Pd, in questi giorni, sembra volto soprattutto a far «pressione» sul governo per avere una data certa
al più presto per le comunali. Prima ci sarà la data dei cittadini chiamati alle urne, prima si potrà passare definitivamente alle primarie online (la cui piattaforma sarà pronta entro fine mese) e scartare l’ipotesi di una sintesi su Lo Russo, come vorrebbe una parte del Pd locale.
Un’ipotesi che rischia di spezzare una coalizione che non si incontra da due mesi: «Da subito — continuano i partiti rappresentati dal consigliere regionale Marco Grimaldi, il comunale Francesco Tresso e il radicale Silvio Viale — ci siamo detti disponibili a una soluzione politica per
giungere a una candidatura che potesse unire e allargare la coalizione, tuttavia questa soluzione non è stata trovata. Imporre scelte che rischiano di restringere il perimetro sarebbe un grave errore, le fughe in avanti non aiutano la discussione e ci fanno perdere terreno nella difficile battaglia contro le destre e il loro candidato, già in campagna elettorale. Per questo — concludono — chiediamo che si interrompano le prove di forza e si scelga la strada in grado di giungere a una sintesi davvero condivisa: le primarie».
E la rottura pare essere sempre più forte anche all’interno
del Pd.
Sembra che ieri l’ex governatore Sergio Chiamparino e l’ex sindaco Piero Fassino non abbiano preso bene la scoperta che, tra i sostenitori di Mauro Salizzoni e primi firmatari della petizione su change.org, ci sia anche il presidente del Comitato Torino Respira, Roberto Mezzalama. Lo stesso autore dell’esposto in procura che ha portato agli avvisi di garanzia per il reato di «inquinamento ambientale» destinati proprio agli ex amministratori, agli attuali e ai loro assessori.
La posizione
Imporre scelte che rischiano di restringere il perimetro sarebbe un grave errore