Cuneo, la squadra sparita Nel 2017 la cessione del titolo sportivo alle J Women, finiva così il calcio femminile in città «Serve un dirigente importante, come ora al Fossano»
giocano le ex biancorosse Federica Russo e Michela Franco, che in quel fatidico 2017 erano approdate proprio alla Juventus con l’altra ex biancorossa Simona Sodini. Alcune invece hanno appeso gli scarpini al fatidico chiodo a poco più di vent’anni, come Arianna Ozimo e Morena Spanu.
«È finita male per il calcio cuneese. Abbiamo perso un pezzo di storia», dice senza tanti giri di parole Eva Callipo, l’ultima presidente del club biancorosso, figlia di quel Nino Callipo che quasi mezzo secolo prima aveva dato il pallone all’altra metà del cielo calcistico cuneese.
Un passo indietro per il movimento locale, un passo avanti per il movimento nazionale. Aprendo ai club professionistici maschili, il calcio in rosa ha fatto il grande salto di qualità compiuto negli ultimi anni. Perdendo un po’ di romanticismo, ma acquistando visibilità e forza economica: «C’è chi non ha preso bene l’avvento delle società professionistiche, che hanno annientato le piccole realtà come appunto il Cuneo – prosegue Eva Callipo, che dopo una felice esperienza al Fossano è recentemente diventata dirigente in Figc –. Ma il calcio femminile aveva bisogno di quel tipo di input. La Fiorentina e poi la Juve hanno spinto il movimento a un altro livello. E l’italia al Mondiale 2019 in Francia ha messo la ciliegina sulla torta».
Il Cuneo femminile ci ha provato fino all’ultimo, sensibilizzando inutilmente il territorio prima di cedere al corteggiamento della Vecchia Signora:
Il Cuneo 2017, quella squadra sparì dopo la cessione del titolo sportivo alla Juventus. A sinistra, con Sara Gama, capitana della Juventus Women e della Nazionale, Eva Callipo, la ex presidente
«Serviva un supporto economico, altrimenti non ci saremmo mai iscritte al campionato di Serie A. Non abbiamo rimpianti, ma resta il grande dispiacere di non aver trovato sostegno adeguato per un movimento che in quegli anni era l’eccellenza sportiva del Cuneese dopo che l’industriale Valter Lanutti si era ritirato dalla pallavolo. Giocavamo allo stadio Paschiero. Eravamo avanti di qualche anno sui tempi».
Adesso, invece, è come se tutto fosse tornato indietro di oltre mezzo secolo. Dalle stelle alle stalle. Anzi, allo stallo. Quasi quattro anni dopo quell’estate del 2017, il calcio in rosa nella città di Cuneo vive ancora di ricordi. «Bisognerebbe tirare fuori dal cilindro un dirigente importante – aggiunge Callipo – che abbia voglia di rimboccarsi le maniche come è successo al Fossano Calcio».
Già, a Fossano c’è una Academy Juventus, con Sara Gama testimonial, che ha radunato settanta giovani calciatrici. Giocano in Eccellenza, contro altre società della stessa provincia come l’area Calcio Alba Roero, la Giovanile Centallo, il Musiello Saluzzo, il Racco 86 e la Santostefanese. Inseguono un pallone e intanto inseguono il sogno di imitare le parabole di Marta Mascarello da Monticello d’alba e di Michela Giordano da Vernante, partite dal Cuneese e approdate al calcio che conta.