Gli artisti nei teatri e in piazza: ristori e un piano per ripartire
«I nostri luoghi di cultura e spettacolo sono chiusi mentre altrove si verificano gli assembramenti»
La mobilitazione è in tutta Italia, ma servono risposte da Roma. Anche a Torino, ieri, i lavoratori di cultura e spettacolo hanno manifestato: 250 al mattino per Cgil, Cisl e Uil in piazza Castello, e altre 750, sottolineano gli organizzatori, al pomeriggio in piazza Carignano, per il coordinamento dei lavoratori dello spettacolo del Piemonte (hanno partecipato anche alcuni delegati dei sindacati confederali).
Il Teatro Carignano ha aperto le porte a un gruppo di lavoratori: dal palco hanno seguito l’analogo evento che si è tenuto nella capitale. Lì, infatti, la delegazione nazionale ha ottenuto un incontro con il Presidente della Camera, Roberto Fico, al quale è stata consegnata una piattaforma composta da cinque punti.
«Chiediamo lo sblocco immediato del Dl ristori (fermato dalla crisi di governo, ndr )e un tavolo permanente con i Ministeri di Cultura, Lavoro e Sviluppo economico — spiega Elio Balbo, del coordinamento piemontese —, poi strumenti istituzionali ed economici per avere protocolli sanitari che portino a una seria ripartenza, sostegno a lavoratori e soggetti piccoli e medi del settore, infine una riforma strutturale dell’impianto normativo che sottende allo spettacolo dal vivo».
La crisi ha scoperto una grave situazione di precarietà che affligge il comparto da anni, con contratti diversificati e senza garanzie, per un settore produttivo che impiega, in Italia, circa 600 mila persone.
Ora si valuta un presidio anche al Festival di Sanremo. La Regione Piemonte, intanto, ha già da maggio aperto un tavolo con i lavoratori del settore, ha erogato i primi bonus e sta per approvare un bilancio in cui dovrebbero arrivarne altri per gli intermittenti. L’assessora alla cultura Vittoria Poggio, ieri mattina, ha accolto la delegazione di Cgil, Cisl e Uil insieme alla sua omologa in Comune, Francesca Leon. «Si è convenuto — spiegano le tre sigle in una nota — un tavolo permanente fra istituzioni, organizzazioni sindacali e i soggetti rappresentativi del mondo della cultura».
Con la richiesta di inserire le misure per il settore nel Recovery Plan regionale. Dalla piazza si è levato con forza il grido di circhi e luna park. «Non vogliamo l’elemosina — ha detto Katiuscia Medini, tra le voci più calde fra i circensi —, se non ci sono risposte blocchiamo la Tangenziale di Torino. Per quale motivo nei centri commerciali le persone possono entrare? Nei nostri spettacoli c’è distanziamento, siamo esseri umani che chiedono dignità e lavoro». Teatri, cinema, circhi e luna park, fanno notare, sono
chiusi mentre gli affollamenti nei supermercati paiono tollerati.
Entrambe le piazze hanno ricordato Omar Rizzato, imprenditore dello spettacolo fra i più attivi nelle manifestazioni, che si è tolto la vita qualche giorno fa nella sede della sua ditta a Cinto Euganeo (Padova). «La sua storia — ha detto Giancarlo Fedele, macchinista del Teatro Regio di Torino — urla quanto la situazione sia insostenibile. Siamo servizio pubblico e vogliamo tornare a fare spettacolo».