Terza ondata e varianti: i dubbi del sindacato dei medici
Rivetti, segretaria regionale del sindacato Anaao «Il sistema regionale è in grado di reggere così?»
Il sistema sanitario piemontese è in grado di reggere un’eventuale terza ondata di contagi da coronavirus? Il sindacato dei medici ospedalieri, Anaao Assomed, se lo chiede sempre più con preoccupazione. Negli ultimi giorni, i bollettini sull’andamento dell’epidemia hanno raccontato un nuovo aumento dei ricoveri.
di Chieri».
Ma la variante inglese è ancora più contagiosa del virus non mutato e potrebbe far aumentare di nuovo la pressione nei reparti. La terza domanda della sigla è, quindi, se i tamponi rapidi utilizzati in Piemonte sono in grado di intercettare le mutazioni. L’assessore alla Ricerca Covid, Matteo Marnati, assicura di sì, comunque resta un’altra questione ancora. La quarta: «I Servizi di prevenzione delle Asl oggi funzionano? La ricostruzione dei contatti dei positivi è efficiente?».
A dicembre, quando la seconda ondata ha dato tregua, i Sisp hanno ricominciato a eseguire i tamponi diagnostici anche sui contatti asintomatici dei casi positivi. Resta da vedere se sarà possibile farlo anche con una nuova esplosione di contagi.
Perciò la quinta e ultima domanda dell’anaao assume ancora più significato: «Come procede la riorganizzazione dell’assistenza fuori dagli ospedali?».
A novembre, la Regione ha firmato un protocollo con i medici di famiglia per assistere i pazienti Covid non gravi a casa. Ma rappresentanti della categoria raccontano che l’accordo è stato interpretato in maniera diversa dai vari professionisti e non tutti lo applicano. Intanto, martedì, il Consiglio regionale ha cominciato la discussione sul disegno di legge per consentire a tutti i medici di famiglia di lavorare insieme e migliorare i loro servizio. La prossima settimana dovrebbe essere approvato. Questo, però, è solo un primo passo.
«L’accordo con la Regione è variamente interpretato e non tutti lo applicano»