Milioni di api morte, è guerra di arnie
Anni di lavoro in fumo per Mattia Landra, giovane apicoltore della valle Maira
Settanta arnie buttate a terra e distrutte solo per dispetto. Milioni di insetti morti e tanti anni di lavoro in fumo. «Ho male al cuore». Sono le uniche parole che Mattia Landra, giovane apicoltore della valle Maira, fondatore e titolare dell’azienda «Jal Vert» che produce miele biologico e lavora con il fratello maggiore Daniele, è riuscito a dire quando ha visto le sue arnie a terra e il suo lavoro perso per sempre. Nei giorni scorsi aveva trasferito le sue api a Candia, in Canavese. Un luogo molto ricercato da chi produce miele. La zona canavesana è infatti stata una delle poche ad essere risparmiata dalle gelate primaverili. Per questo la fioritura dell’acacia è già iniziata. Una situazione rara in un Piemonte che ha sofferto molto per il maltempo nei mesi scorsi. «Guardate, guardate quello che è successo alla mia azienda — racconta il giovane imprenditore, singhiozzando —. Guardate le api, tutte morte, tutte ribaltate. È stato un gesto mirato».
Settanta arnie buttate a terra e distrutte solo per dispetto. Milioni di insetti morti e tanti anni di lavoro in fumo. «Ho male al cuore». Sono le uniche parole che Mattia Landra, giovane apicoltore della valle Maira, fondatore e titolare dell’azienda «Jal Vert» che produce miele biologico e lavora con il fratello maggiore Daniele, è riuscito a dire quando ha visto le sue arnie a terra e il suo lavoro perso per sempre.
Nei giorni scorsi aveva traprovvisate, sferito le sue api a Candia, in Canavese. Un luogo molto ricercato da chi produce miele. La zona canavesana è infatti stata una delle poche ad essere risparmiata dalle gelate primaverili. Per questo la fioritura dell’acacia è già iniziata. Una situazione rara in un Piemonte che ha sofferto molto per il maltempo nei mesi scorsi. Tanto che, per preservare la produzione, anche gli apicoltori locali erano riusciti a spuntare, nelle scorse settimane, un’ordinanza dai sindaci di Caluso e Mazzè per limitare l’arrivo dei colleghi provenienti da altre zone. Un provvedimento duramente criticato da Assomiele che aveva convinto Mattia a chiedere ad un privato di poter portare le sue arnie proprio nel terreno in cui le ha trovate disintegrate. «Guardate, guardate quello che è successo alla mia azienda — racconta il giovane imprenditore, singhiozzando —. Guardate le api, tutte morte, tutte ribaltate. Questo disastro l’hanno combinato delle persone che forse non dovrebbero stare in questo mondo. Sicuramente hanno dato fastidio ad un collega. Non sono ragazzate imè stato un gesto mirato. Una anche perché l’altra notte pioveva a dirotto e qui bisogna venirci apposta. Un luogo bellissimo, incontaminato, purtroppo non incontaminato dalle brutte persone, dalla cattiveria delle persone. E mentre dico cattiveria mi viene da piangere, perché non si può trattare così male gli animali».
Delle 70 arnie e quindi di intere famiglie di api, forse riuscirà a salvarne cinque. «Sono rimaste tutta la notte alla pioggia e al freddo, quasi tutte le api non sono sopravvissute, le altre moriranno nei prossimi giorni — continua Landra —. Un danno enorme, dopo anni di impegno, sacrifici anche per migliorare l’apiario. Chi ha compiuto questo gesto se l’è presa con animali indifesi, uccidendoli, schiacciandoli o lasciandoli morire al freddo. Quest’anno non produrrò miele e, in prospettiva, sarà molto difficile riformare le “famiglie” di api regine e rialzarsi. Come se a un ristorante spaccassero tutto a Ferragosto e poi non potesse più lavorare almeno per un anno».
L’episodio è già stato denunciato ai carabinieri di Cuneo. «Dopo tante stagioni fatte di problemi, stavo rivedendo la luce. Ora è di nuovo spenta. Tutto vanificato in una notte». Per lui i colleghi e gli amici hanno anche avviato una raccolta fondi che ha già raggiunto i 4 mila euro di donazioni. L’obiettivo è quello di arrivare a quota 15mila euro così da aiutare Mattia a ripartire.