Per ora non vengono segnalati allarmi particolari
Per il momento non c’è nessun allarme o segnale di rischio di possibili attentati terroristici in Italia, ma l’inizio delle ostilità fra Israele e Palestina ha sicuramente fatto salire il livello di attenzione. Le misure di monitoraggio restano comunque le stesse: pattugliamenti quotidiani, posti di controllo e sorveglianza dei valichi di frontiera.
Nulla che possa giustificare allarmismo, quindi. L’attività preventiva anti-terrorismo, del resto, viene svolta normalmente da tutte le forze dell’ordine attraverso servizi costanti e, già lo scorso anno, il Ministero dell’interno aveva chiesto un aggiornamento degli obiettivi sensibili per studiare un nuovo piano di controllo. A Torino si continua con presidi fissi e mobili in aeroporto, alle stazioni, nei palazzi della politica e di fronte al Duomo, alla Sinagoga, alla Mole Antonelliana e in altri luoghi simbolo della città.
Come dimostra il caso di
Bouchta el Allam, già da tempo sono state incrementate le attività di intelligence su alcuni soggetti «attenzionati» dalle forze dell’ordine anche attraverso i controlli sulle moschee e l’analisi delle notizie che arrivano dagli ambienti più radicali. Anche se lo scorso novembre, dopo l’attentato di Vienna, proprio dagli imam italiani era arrivata una chiara presa di distanza: «I terroristi sono contro tutte le fedi religiose». Non essendoci rischi concreti, l’indicazione che arriva dagli apparati di sicurezza è quella di continuare con i servizi di controllo. In strada a Torino — come in altre città italiane — sono impegnate anche le Aliquote di primo intervento (Api) dei carabinieri che ieri si sono posizionate in via Cibrario per «normale attività di monitoraggio».