Marilyn, Coco e un grande fotografo
A Biella una mostra con immagini storiche firmate da Douglas Kirkland
«Quando mi chiedono che cosa indosso per andare a letto, se un pigiama o una camicia da notte, io rispondo: Chanel N°5, perché è la verità. Capisce, non voglio dire che vado a dormire “nuda”. Ma è la verità». Questa è la vera frase che Marilyn Monroe pronunciò nell’aprile del 1960 in un’intervista con Georges Belmont, giornalista di Marie Claire. Ecco come si uniscono due personaggi come Marilyn Monroe e Coco Chanel, vere icone del XX secolo. La prima è l’attrice più amata al mondo per ben più di un decennio e la seconda è la celebre Mademoiselle Coco, come era soprannominata da tutti, amici e non solo. A Biella sono riunite in una bella mostra fotografica dal titolo Coco + Marilyn. Biella al centro del Mi-to (dal 22 maggio al 12 settembre). L’autore delle 100 fotografie in mostra è il celebre Douglas Kirkland, il fotografo canadese che ritrasse, tra l’altro, Marilyn a letto tra le lenzuola.
«Quando mi chiedono che cosa indosso per andare a letto, se un pigiama o una camicia da notte, io rispondo: Chanel N° 5, perché è la verità. Capisce, non voglio dire che vado a dormire “nuda”. Ma è la verità». Questa è la vera frase che Marilyn Monroe pronunciò nell’aprile del 1960 in un’intervista con Georges Belmont, giornalista di Marie Claire. Ecco come si uniscono due personaggi come Marilyn Monroe e Coco Chanel, vere icone del XX secolo. La prima è l’attrice più amata al mondo per ben più di un decennio e la seconda è la celebre Mademoiselle Coco, come era soprannominata da tutti, amici e non solo.
A Biella sono riunite nella mostra fotografica dal titolo Coco + Marilyn. Biella al centro del Mi-to (dal 22 maggio al 12 settembre, presentata a Palazzo Gromo Losa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella). L’autore delle 100 fotografie in mostra è Douglas Kirkland, il fotografo canadese che all’inizio degli anni 60 ritrasse Marilyn a letto tra le lenzuola e Coco Chanel nel suo atelier di Rue Cambon a Parigi.
Lui, autori di scatti che hanno fatto la storia della fotografia, è ricordato per i ritratti di alcune delle donne più belle e ammirate degli anni 60 e 70, tra cui Brigitte Bardot, Audrey Hepburn, Faye Dunaway, Liz Taylor e Romy Schneider. Ma a Biella le protagoniste sono solo due, unite per sempre da quella frase pronunciata a un giornalista, diventata il più grande esempio nella storia di «pubblicità globale» non richiesta né organizzata. Quel profumo, già di grande successo, proprio grazie alla Monroe divenne ancora più famoso, fino a essere tuttora associato a lei e al suo corpo (nudo). Passò da costosa fragranza per ricche signore a oggetto di culto ricercato e bramato da tutte quelle donne che volevano sentirsi (ed essere viste) esattamente come lei: sexy, bella e libera. E anche intelligente, sposata con un grande intellettuale come Arthur Miller. E di riflesso anche Coco Chanel, che aveva da pochi anni ricominciato la sua carriera interrotta a causa della storia d’amore con un gerarca nazista durante la seconda guerra mondiale, tornò a essere la Mademoiselle Coco che aveva inventato la «pétite robe noire» (l’abitino nero), forse il capo d’abbigliamento più longevo nella storia della moda. Nei decenni, e oggi a Biella, Marilyn e Coco sono quindi unite da un fotografo, capace di ritrarle in modo naturale e realistico, e da una da una frase entrata nei libri di storia e nell’immaginario collettivo, sebbene per anni, non trovando traccia audio dell’intervista, si sia vociferato che si fosse trattato solo di un (geniale) espediente di marketing di Chanel. Fino al 2012, quando i fratelli Wermacista, theimer, proprietari della maison, ritrovano il nastro con la registrazione dell’intervista dopo una cocciuta ricerca, durata decenni. E improvvisamente Coco Chanel e Marilyn Monroe tornano alla ribalta (non che ce ne fosse bisogno) con una campagna online nella quale si possono ascoltare esattamente quelle parole su cui si è speculato per così tanto tempo. Cento fotografie con due sole protagoniste possono sembrare un numero eccessivo, ma non è così, considerate le due protagoniste. La mostra, inoltre, è parte di una serie di eventi e iniziative concepiti per ridare lustro alla città di Biella, che è stata (e in parte è tuttora) capitale di un distretto conosciuto in tutto il mondo per la sua eccellenza nel settore laniero, e per questo celeberrimo proprio nel mondo della moda.