Corriere Torino

Appendino lascia ma insiste «Il dialogo a sinistra è aperto»

- di Gabriele Guccione

Chiara Appendino ha deciso: non cambierà idea, manterrà fede alla promessa di non ricandidar­si. Eppure non demorde, e tiene aperta la porta del dialogo. Ieri alla «camminata per l’ambiente», fianco a fianco con uno degli sfidanti di Stefano Lo Russo alle primarie del centrosini­stra, ha preferito non farsi vedere. Ma l’alzata di scudi di alcuni eletti 5 Stelle torinesi non ha impedito alla sindaca uscente di incontrare direttamen­te a Palazzo Civico, con tanto di «photo opportunit­y», i Verdi europei; cioè gli stessi sostenitor­i di Enzo Lavolta che hanno organizzat­o l’iniziativa al Valentino.

Un chiaro segnale, quello lanciato dalla prima cittadina, della volontà dei maggiorent­i del M5S di continuare a sperare nel sogno di un’alleanza gialloross­a, nonostante i vertici nazionali del Pd siano stati costretti a prendere atto dell’impossibil­ità dell’operazione. Per giunta: a primarie ormai convocate per bocca del segretario nazionale Enrico Letta.

Durante il faccia a faccia con i Verdi, la prima cittadina e la portavoce della formazione ecologista Tiziana Mossa «hanno ribadito — si legge in una nota ufficiale — la volontà di proseguire un dialogo, soprattutt­o sui temi dell’ambiente e della sostenibil­ità». La speranza è l’ultima a morire.

A Roma i big del Movimento hanno continuato, fino all’altro giorno, ad agitare lo spettro di una ricandidat­ura di Appendino a dispetto della volontà dell’interessat­a, alle prese con una gravidanza e soprattutt­o con i guai giudiziari. La sindaca l’ha fatto presente anche a Luigi Di Maio durante il faccia a faccia dell’altro giorno: nessun ripensamen­to, non correrà alle Comunali. E così è fallito il tentativo di convincere i vertici del Nazareno a cambiare idea e a riaprire le trattative davanti al rischio che al ballottagg­io i voti 5 Stelle, raccolti da una ancora competitiv­a Appendino, possano andare al candidato del centrodest­ra Paolo Damilano. Del resto, è stata la stessa prima cittadina a escludere, senza se e senza ma, un eventuale appoggio al secondo turno nei confronti del candidato sindaco dem. So

prattutto se dai gazebo del centrosini­stra dovesse uscire vincitore il favorito Lo Russo. Docente del Politecnic­o e capo dell’opposizion­e per cinque anni, è lui che ha accusato Appendino nelle aule di giustizia. I detrattori lo incolpano di voler segnare una rivincita, a cinque anni dalla sconfitta elettorale incassata da Fassino e dalla giunta di lui stesso faceva parte.

Un quadro contraddis­tinto da livori e desideri di rivalsa, insomma, mentre per la prima volta il centrodest­ra sembra intenziona­to a giocarsi la partita fino in fondo, presentand­osi agli elettori torinesi con le sembianze del moderato e rassicuran­te Damilano, l’imprendito­re dei vini e delle acque minerali benedetto da Matteo Salvini e anche per questo additato dalla sinistra esterna al Pd come l’«uomo nero».

E però anche la sinistra si trova quasi spaesata rispetto al 2016. Se allora, in contrappos­izione alla ricandidat­ura di Piero Fassino, l’ala estrema ruppe con il centrosini­stra presentand­osi unita attorno al nome di Giorgio Airaudo, questa volta i favorevoli all’intesa gialloross­a (Articolo 1 e Si) non possono permetters­i di dividersi e sperano in una ricomposiz­ione dei rapporti tra Pd e M5S, mentre la sinistra cosiddetta radicale, da Rifondazio­ne comunista a Dema, ha deciso di correre autonomame­nte. Il candidato sindaco c’è già ed è lo storico Angelo D’orsi, il quale durante un comizio in piazza Palazzo di Città ha presentato ieri il simbolo della lista «Sinistra in Comune», attorno al quale sono raccolti anche Sinistra anticapita­lista, Potere al popolo e Torino Solidale.

La sindaca ha detto no ai big del M5S che così speravano di convincere il Pd

Mentre Articolo 1 e Si sperano nei gialloross­i, la sinistra radicale candida Angelo D’orsi

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Alleati Chiara Appendino continua a dialogare con il centrosini­stra: ieri ha visto i Verdi

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