«The spank» ovvero: eravamo due amici al bar
lettori più fedeli dello scrittore, drammaturgo, sceneggiatore anglo-pakistano Hanif Kureishi non dimenticano la sua opera prima, Il Budda delle periferie, del 1990, e amano molti degli altri romanzi e racconti, più di una ventina in trent’anni. La sua ultima fatica, la pièce The spank (ovvero La sculacciata), è diventata uno spettacolo, nella traduzione di Monica Capuani, grazie al Teatro Stabile di Torino. In scena in prima assoluta al Carignano ci sono Valerio Binasco e Filippo Dini, che cura anche la regia. Storia di due amici cinquantenni, Sonny e Vargas, figli di emigrati, un dentista e un far
che si ritrovano metodicamente, quasi ossessivamente, in un vecchio pub londinese. Parlano, tra una birra e l’altra, delle loro situazioni familiari, del male di vivere, degli amori, delle scelte da prendere. Un’amicizia senza sottintesi sentimentali, che via via diventerà dominante nelle loro esistenze, specie quando pretenderà di governarle, anche con qualche violazione di troppo della riservatezza. Binasco e Dini se la cavano bene a confezionare i ritratti di borghesi di successo, il primo più emotivo, il secondo più disincantato. Entrambi ironici (con echi alla Oscar Wilde) e, molto caricai turali, intenti a fronteggiare la crisi della mezza età. Anche loro ricordano quel «maschio insicuro» che era già tratteggiato nel romanzo di Kureshi Nell’intimità. Non guasta, anzi giova, che Binasco e Dini, affiatatissimi, siano amici non solo nella finzione.
L’ultimo dialogo di Vargas e Sonny prima di una definitiva separazione, avverrà tramite uno smartphone. Poi un grande telo di nylon calerà sul pub, un finale, un po’ triste, simbolico di un fallimento. Ad esempio del fallimento rispetto ai veri valori della vita, del fallimento coi figli. Quella di Sonny arriverà a contestare il padre anche con violenza.
Sembra rimanere fuori dal testo la contemporaneità, quella ultima (del pianeta in difficoltà), che appena occhieggia. Una regia precisa (belle le dissolvenze a nero di stampo cinematografico), ma con un misuratissimo indice di sperimentazione che sembra favorire soprattutto l’estro degli interpreti. Come a dire: bastano gli attori a fare buoni spettacoli.
Sono di Laura Benzi le scene, di Katarina Vukcevic i costumi. Tanti applausi di un pubblico che felicemente ripopola i teatri dopo troppe chiusure. Che emozione! Repliche fino al 30 maggio. The Spank è edito in Italia da Scalpendi di cui inaugura la collana Teatro, diretta da Federica Mazzocchi.