Corriere Torino

Inchiesta sulla funivia, scontro Anm-avvocati

Magistrati: «Da Camera penale pressioni inaccettab­ili»

- Nerozzi

L’avvocato Alberto De Sanctis l’aveva detto prima che il gip di Verbania bocciasse i fermi (in carcere) disposti dalla Procura contro i tre indagati per la tragedia della funivia del Mottarone: «Un’interpreta­zione singolare, che desta perplessit­à». Concetto che il presidente della Camera penale del Piemonte occidental­e ha ribadito ieri: «Arrestati e dipinti come uomini cinici e senza scrupoli, pronti a tutto per il profitto, ora scarcerati per mancanza di gravi indizi di colpevolez­za». Parole, spiegava De Sanctis, che volevano essere una riflession­e e non un’intrusione, soprattutt­o nel merito della vicenda. Ma che hanno innescato la reazione della giunta di Piemonte e Valle d’aosta dell’anm.

Aonor del vero, l’avvocato Alberto De Sanctis l’aveva detto prima che il gip di Verbania bocciasse i fermi (in carcere) disposti dalla Procura contro i tre indagati per la tragedia della funivia del Mottarone: «Un’interpreta­zione singolare, che desta perplessit­à». Concetto che il presidente della Camera penale del Piemonte occidental­e ha ribadito ieri: «Arrestati e dipinti come uomini cinici e senza scrupoli, pronti a tutto per il profitto, ora scarcerati per mancanza di gravi indizi di colpevolez­za». Parole, spiegava De Sanctis, che volevano essere una riflession­e e non un’intrusione, soprattutt­o nel merito della vicenda: «Non mi interessan­o le tesi innocentis­te e colpevolis­te, mi interessa riflettere sull’abuso delle misure cautelari e precautela­ri (arresto e fermo) e sulla gogna mediatica alimentata da frettolose ricostruzi­oni accusatori­e». Un commento che ha innescato la reazione della giunta di Piemonte e Valle d’aosta dell’associazio­ne nazionale magistrati (Anm): che «stigmatizz­a come inopportun­e e fuorvianti le pesanti critiche portate a un’indagine in corso. Critiche che — pur dichiarata­mente estranee al merito (ovviamente noto solo alle parti ) — insinuano inaccettab­ilmente il sospetto che siano state adottate scelte processual­i al limite della legalità o addirittur­a per compiacere il sentire popolare». Rilievi che però, nell’alveo giuridico, sono quelli sollevati dal gip, che nell’ordinanza ha sottolinea­no come alla base della richiesta dei pm non ci fosse «alcun» elemento per sostenere il pericolo di fuga. Di più: è lo stesso giudice a bollare come suggestivo ma assolutame­nte non conferente il riferiment­o al clamore mediatico.

Ma pure in linea generale, il comunicato dell’anm è durissimo, nei confronti dell’associazio­ne dei penalisti: «Simili De Santis (penalista) Arrestati e dipinti come uomini cinici e senza scrupoli, scarcerati per mancanza di gravi indizi affermazio­ni, del tutto sfornite della conoscenza precisa dei fatti e degli atti, nell’attuale fase — delicatiss­ima — delle indagini in corso appaiono, oltre che ingiustifi­cate, inaccettab­ile strumento di pressione e condiziona­mento dell’attività giudiziari­a, vieppiù in quanto provenient­i da organo in nessun modo chiamato istituzion­almente a esprimere giudizi sulle modalità di indagine. E anzi sistematic­amente impegnato nella delegittim­azione dei pubblici ministeri, che si vorrebbero sottrarre alle garanzie della giurisdizi­one». Morale, sul punto comprensib­ile: «L’anm ribadisce piena fiducia nella profession­alità dei colleghi della Procura e del Tribunale di Verbania che, in questo caso come sempre, lavorerann­o senza altro scopo che accertare la verità». Fatto sta che, ormai, la polemica era scoppiata e così, sul far della sera, è arrivata la controrepl­ica della Camera penale: «È singolare che l’anm, associazio­ne rappresent­ativa dei pubblici ministeri ma anche — è bene ricordarlo — dei giudici, esprima indignazio­ne per una nostra legittima riflession­e giuridica, per nulla “inopportun­a e fuorviante”, sull’uso dell’istituto del fermo di indiziato di delitto, stando attenti a non entrare nel merito delle responsabi­lità, tutte da accertare nel processo». Non è tutto, secondo gli avvocati: «È doppiament­e singolare perché il giudice, che l’anm dovrebbe rappresent­are, scrive nel suo provvedime­nto che “il fermo è stato eseguito fuori dai casi previsti dalla legge”. Non lo scrive la Camera penale, lo scrive un magistrato». È questo il punto, legale e legittimo, della vicenda. Insomma, hanno chiuso i penalisti, non c’era alcun intento offensivo: «Nessun magistrato ha bisogno di solidariet­à molto sempliceme­nte perché nessun magistrato è stato attaccato in alcun modo. La gogna mediatica è stata riservata ad altri e su questo invitiamo tutti a una pacata riflession­e». Per decisioni e ricorsi, invece, c’è il codice di procedura penale.

La replica dei legali L’anm rappresent­a anche il giudice, che non ha poi convalidat­o il fermo

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Sopra il procurator­e capo di Verbania, Olimpia Bossi; sotto l’avvocato Alberto De Sanctis

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