Dai controlli delle auto ai pedinamenti Ecco tutte le possibili funzioni di Argo
Nasce per il traffico, ma potrà riconoscerà i «comportamenti anomali» dei pedoni
Poche settimane fa la Polizia Municipale ha annunciato l’accensione delle prime telecamere di Argo nelle strade dello spaccio in Barriera di Milano e in Aurora. Sulla carta, il programma di videosorveglianza intelligente del Comune non nasce per perseguire i pusher. L’amministrazione ha scelto di presentarlo in questo modo per rispondere alle critiche di chi chiede maggior controlli nei quartieri di Torino Nord. In realtà, sono numerose le applicazioni del sistema di videocontrollo. Per questo motivo, è scattato l’allarme del Garante della Privacy, preoccupato dei potenziali conflitti con le normative a tutela delle informazioni personali.
«A partire dalla descrizione di un individuo e del suo abbigliamento — si legge nei documenti del progetto — si potrà individuare la presenza e gli spostamenti nelle varie zone della città grazie alla ricerca in real time da parte degli algoritmi di analisi». Con le tecnologie di Argo sarà possibile organizzare un pedinamento o ritrovare una persona scomparsa con pochi clic. Oppure studiare i flussi di traffico per ricalibrare i servizi collegati.
Ad oggi, è complicato disegnare il perimetro delle future applicazioni di Argo. Nella cinquantina di pagine del progetto definitivo del «Nuovo impianto integrato per la sicurezza diffusa», un documento riservato ottenuto con un accesso agli atti dall’hermes Center, l’ultima «arma» dei vigili si annuncia senza (quasi) citare azioni nell’ambito della pubblica sicurezza e della lotta anticrimine. I tecnici del Comune, per iniziare, scrivono che è un sistema per il controllo della viabilità automobilistica. Le telecamere leggeranno le targhe nelle strade più trafficate per aiutare (anche) le autorità nelle indagini sugli episodi «di omicidio stradale con fuga, riducendo il numero di eventi». Inoltre, si sottolinea come gli occhi elettronici, guidati dall’intelligenza Artificiale, aiuteranno a vigilare sulla governance dei grandi eventi.
Un’annotazione che fa ritornare alla mente la terribile serata della finale di Champions League, in piazza San Carlo.
Analizzando la mappa delle istallazioni, trova conferma l’idea che Argo non sia nato per dare la caccia agli spacciatori. Nelle pagine del progetto definitivo, si parla di «150 nuove telecamere, potenzialmente ad ottica multipla, equivalenti fino a un massimo di 600 punti di ripresa». A queste bisognerà aggiungerne altre 123 acquistate con i fondi della Regione, ma non è ancora chiaro il loro utilizzo e dove saranno montate. Per il momento, si dichiara che il progetto Argo monitorerà 123 siti.
La maggioranza è già videosorvegliata con impianti di vecchia generazione. Saranno sostituiti per collegarli, con connessioni veloci o con la rete 4.5 G, ai cloud e ai server di 5T, la società partecipata a cui è stata affidata la gestione tecnica del sistema. Nel documento riservato si sottolinea
tra gli «aspetti salienti» come l’intenzione del Comune è il «riuso massiccio di infrastrutture esistenti sinora dedicate ad altri scopi». Nell’elenco sono compresi i semafori T- Red, i pannelli informativi posti alle porte della città e, in particolare, i varchi di ingresso nella Ztl. Oggi la
Zona a Traffico Limitato è controllata da telecamere Ocr omologate per il solo sanzionamento delle targhe non autorizzate. Non hanno la capacità di registrazione dei video. I nuovi dispositivi, invece, potranno riconoscere le targhe e quindi, con l’implementazione di un sistema ad hoc, potrebbero ritornare utili in caso di ripartenza del piano della Ztl ambientale «Torino Centro Aperto».
Gli occhi elettronici controlleranno le 24 strade di accesso alla città e le direttrici di uscita. In questo modo, la Polizia Municipale sarà in grado di registrare tutte le auto in arrivo e in partenza. Saranno monitorati i più importanti snodi viari e due strade su tutte: corso Giulio Cesare (fino a corso Novara) e via Nizza (fino a corso Marconi), dove sono in cantiere due hot-spot.
Il progetto Argo ha preventivato un investimento di 1.5 milioni di euro, cofinanziato dal Ministero con 700 mila euro. Il resto lo pagherà la Città che si prenderà carico anche delle spese di gestione: 140 mila euro annuali (50 mila sono previsti per la manutenzione del software).
Argo si basa su «algoritmi di riconoscimento e di estrazione ed analisi dei dati in grado di produrre massicce quantità di informazioni», scrivono i progettisti della Città. Si parla di «metadati» (e non di dati biometrici) elaborati non solo «nel dominio della sicurezza, ma anche – previa opportuna anonimizzazione – in quelli del monitoraggio, analisi e pianificazione del traffico e dei grandi eventi». Le telecamere intelligenti sono uno strumento dalle mille potenzialità. Potranno, per esempio, riconoscere e ricercare la tipologia, il colore, la marca e la targa di un veicolo. La direzione e la velocità del suo movimento. E, per quanto riguarda i pedoni, gli occhi elettronici avranno la capacità di distinguere il sesso della persona, il colore dei vestiti e delle scarpe indossate, la presenza di borse, zaini e cappelli. Con Argo si riuscirà a «individuare anomalie di comportamento di persone o veicoli». Si potrà costruire un sistema orientato alla «sicurezza preventiva». Un obiettivo avveniristico, ma anche inquietante.