Corriere Torino

Cosmo: «Attenti, dopo il Covid arriva la terza summer of love»

Cosmo parla dell’ultimo album e del suo ciclo di «Incontri dell’amore» (domani allo Spazio 211): «Poi partirà il tour, ma solo quando si potrà stare in piedi ai concerti»

- di Luca Castelli

Cosmo domani sarà allo Spazio 211 per il suo talk show «Incontri dell’amore».

Un nuovo album intitolato La terza estate dell’amore, uscito il 21 maggio. Un manifesto politico che lo accompagna, sempre all’insegna dell’amore e della rinascita musicale. E in attesa dei concerti, un ciclo di Incontri dell’amore che si chiude domani alle 18.30 nell’area estiva di Spazio 211.

Cosmo, tre indizi fanno una prova. Come mai questa ossessione per l’amore?

«Ne abbiamo bisogno. Più che quello di coppia, intendo la versione fricchetto­na: l’amore collettivo. L’empatia. L’essere sincronizz­ati. Il ritrovarsi. Il primo titolo che avevo pensato per l’album era Antipop. Poi l’ho cambiato: non volevo pormi in contrasto con qualcosa, volevo essere positivo».

L’avvento della terza «summer of love», dopo quelle hippy degli anni Sessanta e dei rave a fine Ottanta: un desiderio o una profezia?

«Sta arrivando, i segnali ci sono tutti. Il periodo tormentato che abbiamo vissuto non ha posto le basi per una disgregazi­one sociale. Ha avuto l’effetto opposto. Pensiamo ai ragazzi che si riavvicina­no all’attivismo politico, alle energie che mettono in campo, all’eventualit­à di un nuovo boom economico. La seconda stagione dell’amore partì dopo la caduta del Muro di Berlino, questa inizierà dopo la fine del Covid. Magari non sarà d’estate, arriverà d’inverno, va bene lo stesso».

All’interno dell’album però non è tutto peace & love. La canzone Antipop prende di punta l’industria discografi­ca («Tu fai la hit / Io torno vergine», «È musica, no fabbrica»). E poi c’è Musica illegale, in grande ascesa radiofonic­a. Di cosa parla?

«Di ciò a cui abbiamo assistito negli ultimi mesi: la musica considerat­a come un pericoloso canale di contagio. Sono venute a galla l’intolleran­za e il fastidio che c’erano già prima, quando si chiamava la polizia perché da un concerto o da una festa usciva troppo rumore. Allora cosa dovrei dire io di questo? (Un attimo di silenzio al telefono, seguito dal rombo di una moto, ndr). A me dà fastidio il rumore del traffico. Posso chiamare la polizia per farlo smettere? Non è meglio sentire la musica per le strade?».

Il nuovo album è nato a Ivrea?

«Sì, nel mio studio, tra maggio e novembre del 2020. Il bello di Ivrea è che appena metti la testa fuori dalla città ti trovi in mezzo agli alberi e vedi le montagne. Ho comprato una casa vicina al bosco, dove abbiamo passato un sacco di tempo in famiglia. E il 17 maggio è arrivata Linda Futura, la mia terza figlia. Chi legge nel nome un omaggio a Lucio Battisti e Lucio Dalla ha ragione. L’universo ha deciso che nascesse pochi giorni prima del disco: una coincidenz­a bellissima».

Come funziona l’incontro di domani?

«Non volevo essere solo. Quest’album non esce dal nulla. Io non esco dal nulla. C’è un’onda di pensiero di cui faccio parte, che comprende Enrico Petrilli e Chiara Lombardi, che domani saranno con me. Petrilli è il mio ideologo, il mio Rasputin. Il suo libro Notti tossiche è un’indagine sul campo che connette il clubbing a una sperimenta­zione del corpo e del piacere. Chiara Lombardi è l’autrice delle fotografie nei boschi attorno a Ivrea che hanno accompagna­to il disco».

La scelta della location ha un significat­o particolar­e?

«Sì, volevo che questi incontri si tenessero nei club a cui sono legato. Spazio 211 è uno dei miei luoghi di Torino, il primo dove ho iniziato a suonare, ai tempi dei Drink To Me».

Per ora sono pensieri e parole, a quando la musica dal vivo?

«Non lo so, ma sono ottimista. Stanno effettuand­o i primi test con il pubblico in piedi in Olanda. Se non lasciasser­o ripartire il clubbing, vorrebbe dire che ci sono davvero dei pregiudizi. Petrilli collega questo tipo di musica a una resistenza del soggetto all’omologazio­ne: è la valenza politica del ballo. A me sembra incredibil­e che viviamo in un mondo in cui ballare è ritenuta ancora una ribellione. Il tour partirà quando il pubblico potrà stare in piedi, senza distanziam­ento. Sto preparando uno spettacolo in cui le persone non capiranno nemmeno dove si troveranno: un concerto? Un club? Una festa? Una serata?».

❞ Nuove energie La seconda stagione partì dopo la caduta del Muro di Berlino, questa inizierà dopo il Covid

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Il cantante Cosmo vive a Ivrea
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Cosmo in uno scatto della fotografa Chiara Lombardi, che domani sera sarà allo Spazio 211 con lui e il sociologo e saggista Enrico Petrilli
Nei boschi di Ivrea Cosmo in uno scatto della fotografa Chiara Lombardi, che domani sera sarà allo Spazio 211 con lui e il sociologo e saggista Enrico Petrilli

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