Il piano dell’asl: 850 interventi in 6 mesi
Picco: «Recuperiamo l’arretrato. Ai medici dico: obiettivo ambizioso, ma i fondi ci sono»
L’asl Città di Torino presenterà alla Regione il piano per recuperare gli interventi «ordinari» trascurati per l’emergenza Covid. Il direttore Picco rassicura i medici. Una testimonianza sull’allarme alcol.
«Sono 850 gli interventi arretrati da recuperare entro 6 mesi». È questo il cuore del piano straordinario di rientro alla normalità che Carlo Picco, direttore dell’asl città di Torino, consegnerà alla Regione Piemonte in settimana, come richiesto dal governatore Alberto Cirio a ciascun responsabile delle aziende sanitarie locali. «Un obiettivo ambizioso ma perseguibile, anche grazie a specifici incentivi che daremo ai medici disposti ad aumentare la loro media di interventi — precisa Picco — infatti, non abbiamo problemi di copertura finanziaria vimiglia, sto che possiamo usare le risorse ministeriali messe in campo proprio per recuperare i ritardi della medicina ordinaria causati dalle riorganizzazioni ospedaliere pregresse dovute alla pandemia».
Il progetto dell’asl città di Torino prevede anche un potenziamento dell’oftalmico «per recuperare le operazioni di cataratta — conclude il direttore — sulle visite, invece, grazie al supporto della sanità privata in convenzione non abbiamo particolari criticità». I piani delle Asl saranno consegnati in Regione nei prossimi giorni. Intanto, però, c’è un comparto sanitario che alza la voce per far sentire il proprio dissenso rispetto alle ultime direttive arrivate da Roma. Si tratta dei medici di fache respingono la possibilità data ai cittadini di chiedere il «green pass» anche negli studi dei loro medici di base. «Ora basta, non togliamo altro tempo alle cure dei pazienti che si affidano a noi per la loro tutela della loro salute, e non certo per funzioni amministrative» commenta Roberto Venesia, segretario piemontese di Fimmg (federazione italiana medici di medicina generale) d’accordo con i colleghi del nazionale che hanno espresso «un’unanime bocciatura senza appello sulle disposizioni del Dpcm che vorrebbe affidarci il compito di stampare la certificazione verde». Intanto la campagna contro il Covid prosegue e da ieri, chi ha già ricevuto la prima dose di Astrazeneca, può scegliere se farsi somministrare il richiamo con lo stesso farmaco «direttamente ai punti vaccinali — spiega Carlo Picco — che sono attrezzati per garantire la duplice scelta, eterologa e omologa». Oggi riaprono le iscrizioni per gli open day del weekend al quinto padiglione del Valentino. E, da domani, per tentare di stanare i meno giovani ancora indecisi, l’hub vaccinale di Novara inizia, in via sperimentale, il «priority vax»: accesso all’hotspot senza prenotazione e con ingresso prioritario per tutti gli over 60 di Novara e provincia.
Per convincere gli over 60 accesso all’hotspot senza prenotazione