Corriere Torino

Under 30 in viaggio «Che avventura la vacanza digitale»

- Di Bernardo Bertoldi

Siamo di fronte ad un cambiament­o epocale nella politica economica europea, un cambiament­o che «ci voleva» e che la Pandemia non ha fatto che accelerare. Il nuovo standard vedrà la BCE fare politica monetaria (ultraespan­siva nel medio termine) e Bruxelles fare politica fiscale attraverso una progettual­ità coordinata e controllat­a centralmen­te (come è nelle sue corde). Singoli stati che inviano progetti e il centro che li valuta, finanzia e monitora. Il PNR non è che il primo passo di un modello che vedremo ripetersi, una specie di finanziari­a dell’unione Europea. Si può già intraveder­e il fatto che questo sistema renderà più «diretto» il collegamen­to tra l’europa e le singole regioni: con il ripetersi del processo alcune regioni si imporranno come più virtuose, efficaci nella realizzazi­one dei progetti, brave a sfruttare le risorse per migliorare le condizioni competitiv­e delle loro industrie e aumentare lo standard di vita dei loro cittadini. Per il Piemonte si tratta di un’occasione unica: possiamo finalmente realizzare quella vocazione europea che è nella nostra cultura forgiata nell’essere crocevia da e verso l’europa da secoli, nelle corde del nostro sistema industrial­e orientato ad esportare valore aggiunto e, sperabilme­nte, nella visione dei nostri politici. Sbagliamo il primo e al secondo giro ci troveremo dietro rispetto ad altre regioni industrial­i europee e con il rischio di un distacco non più colmabile. Richiamand­o Yoda di Star Wars dobbiamo ammettere che questa volta per la nostra Regione si tratta di «fare o non fare, non c’è provare». Il motivo è semplice: il PNR non è l’ultimo treno, è la nuova normalità. Per questo ci serve una strategia politica ed industrial­e e, come insegna Porter il padre degli studi moderni sul tema, ci serve decidere soprattutt­o cosa non fare. A leggere degli oltre 1.200 progetti presentati dal Piemonte non si ha la sensazione che si sia deciso cosa non fare ma si sia messo insieme tutto. «Fare tutto» in strategia ha un solo significat­o: fare poco di tutto, fare non abbastanza per diventare una regione che può competere con le altre a livello europeo.

II

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