Corriere Torino

Le opere della Gam? Sale chiuse per 8 anni

- Di Gabriele Ferraris

Restauri che, si disse allora, sarebbero durati «circa due mesi».

Ieri alla Reggia, mentre Virginia Bertone, curatrice della sezione Ottocento, mi illustrava le meraviglie esposte, mi ha colto vaghezza di sapere a che punto è la notte del secondo piano della Gam. Ho domandato lumi al direttore della Gam Riccardo Passoni, che mi dirottato verso il presidente della Fondazione Musei Maurizio Cibrario.

Cibrario non fa misteri, ma la sua risposta mi lascia di un briciolino perplesso: presente il segretario generale Elisabetta Rattalino, il buon Maurizio serenament­e mi dice che gli interventi di ristruttur­azione sono attualment­e in fase di progettazi­one — a quasi tre anni dalla chiusura — e si prevede che il cantiere costerà attorno agli otto milioni, che dovrebbero arrivare dalla Compagnia di San Paolo.

Sorpreso di apprendere che siamo ancora alla progettazi­one — quindi al pian dei babi — chiedo con cautela a Cibrario di azzardare una data di fine lavori. «Ci vorranno otto anni», risponde.

Io ci son rimasto. Però non stento a crederlo. La Gam è nata male, e vive peggio: inaugurata nel 1959, fu chiusa per cinque mesi nel 1981, e poi di nuovo nel luglio 1983 per restauri che durarono «appena» dieci anni. Ma fra infiltrazi­oni d’acqua, tubi che crollano, strutture fatiscenti, impianti antiquati, quello della Gam è un calvario quotidiano e infinito. Ho fatto notare al segretario generale Rattalino che tanto varrebbe cercare una nuova sede in qualche edificio postindust­riale come ce ne sono tanti a Torino, e spianare con il tritolo l’ammalorato (nonché bruttarell­o) baraccone di via Magenta 31. Ho l’impression­e che alla Rattalino sotto sotto l’idea non dispiacere­bbe.

Un fatto è certo: tenuto conto degli otto anni di lavori previsti, dell’immancabil­e sforamento dei tempi, e delle statistich­e sull’aspettativ­a di vita del maschio italiano, precipitan­o verso lo zero le probabilit­à che io possa rivedere le collezioni dell’ottocento nella loro sede naturale al secondo piano della Gam. Rattalino ha cercato di consolarmi ribadendo la volontà di esporre in mostre in Italia e all’estero le opere oggi invisibili. Mi fa piacere per l’italia e per l’estero: ma intanto, date retta, andate a vedere quei quadri finché sono esposti alla Venaria. Chissà quando vi capita di nuovo l’occasione...

La ristruttur­azione urgente è ancora ferma alla fase della progettazi­one E servono circa otto milioni

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