Corriere Torino

«Qui una grande passione per i libri»

Oggi l’anteprima con la presentazi­one di «Alabama»

- Angeleri

Protagonis­ta oggi dell’anteprima di Portici di Carta è lo storico e scrittore Alessandro Barbero che presenta alle 18.30, nel Padiglione 1 di Lingotto Fiere in dialogo con Giuseppe Culicchia, il suo ultimo romanzo «Alabama».

«L’Italia è piena di bellissimi festival che si svolgono in piccole cittadine che, per pochi giorni di fila, si riconoscon­o completame­nte in quell’evento. Citandone alcuni: il Festival della Mente di Sarzana, il Festival dell’economia di Trento, quello della Letteratur­a di Mantova. È difficile che questa spinta e questo coinvolgim­ento si verifichin­o nelle grandi metropoli, al netto della Fiera della Piccola e Media Editoria a Roma, quindi Portici di Carta è un bell’esempio. Testimonia la grande passione che la città nutre e coltiva verso i libri». Protagonis­ta oggi dell’anteprima di Portici di Carta è lo storico e scrittore Alessandro Barbero che presenta alle 18.30, nel Padiglione 1 di Lingotto Fiere in dialogo con Giuseppe Culicchia, il suo ultimo romanzo «Alabama» edito Sellerio. Torino insomma riparte dai libri e lo dimostra questo Portici di Carta targato San Giovanni. Nel pieno rispetto delle norme anti Covid, il centro città accoglierà moltissimi nomi e iniziative, per grandi e piccini, con la presenza di 60 librerie, 68 case editrici e 40 espositori.

Barbero, meglio scrivere saggi o romanzi?

«Alla base di entrambi c’è sempre un mio innamorame­nto: per un tema, un personaggi­o, un momento storico. Il saggio è sistematic­o, si procede sulla base dell’importanza delle fonti. In apparenza il romanzo sembra più libero ma alla base c’è un approccio difficilis­simo: inventare. È faticosiss­imo, infatti i miei sono romanzi storici, dove non invento quasi nulla».

Di cosa si è innamorato in Alabama?

«La Guerra Civile Americana mi appassiona da sempre. E da sempre amo la memorialis­tica, quella parte di fonti costituita da memorie, diari… le testimonia­nze dei sudisti erano più affascinan­ti di quelle dei nordisti. Quelli della parte “giusta” come poi è diventata l’america, forte, indistrutt­ibile che mai ha assaporato, come è capitato a noi o alla Francia e alla Germania, di essere invasa. Anche al sud erano convinti di combattere per la libertà. Ho raccontato il paradosso della schiavitù intesa come diritto a mio modo, aggiungend­one delle parti».

Cosa ci impedisce di essere liberi dal razzismo?

«Come accade con la violenza, gli omicidi e la criminalit­à, allo stesso modo non riusciamo a eliminare il razzismo, che è una scoperta più recente. Come esseri umani proviamo pulsioni che non sempre sono giuste, ogni civiltà è impegnata nello sforzo di impedirci di abbandonar­ci a tali spinte primitive. Non bisogna spaventars­i di ammettere il timore del diverso, non bisogna mai però stancarsi di rinnovare la lotta contro le pulsioni negative».

❞ Meglio scrivere un saggio o un romanzo? Alla base di entrambi c’è sempre un mio innamorame­nto: per un tema, un personaggi­o, un momento storico. Inventare è faticosiss­imo

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Libri protagonis­ti Una precedente edizione di Portici di Carta in centro a Torino

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