I fratelli Alibegovic: il campione d’italia tifa per Torino
Campione d’italia con la Virtus Amar Alibegovic dagli States tifa per la Torino di Mirza «È sempre stato il migliore di noi Adesso lo aspetto in serie A»
Negli Stati Uniti era un allievo di Chris Mullin nella Ncaa, a Bologna in serie A lo ha lanciato Sale Djordjevic, arrivando a vincere un entusiasmante scudetto. Ma i più grandi maestri li ha avuti in casa: papà Teoman e il fratello maggiore, Mirza. Parliamo dell’altro Alibegovic, cioè di Amar, 26 anni, ala grande e rivelazione nella Segafredo. Lui ha vissuto una stagione fantastica e ora si gode una meritata vacanza negli States, ma per festeggiare in famiglia aspetta proprio il fratello maggiore, impegnato in quest giorni, con la Reale Mutua, nella battaglia contro Tortona per la promozione in A.
Gli Alibegovic si ritrovano sempre, tra i ritagli di tempo concessi dal basket (anche il 21enne Denis che gioca a basket, in B, ad Ancona), nella casa di famiglia in Slovenia, ma c’è ancora da lavorare per trasformare l’appuntamento in una celebrazione. «Ho visto la prima partita contro
Tortona — dice Amar —, mi sembra che Torino sia una squadra forte, con lunghi e guardie che sanno fare la differenza. Con giocatori come Diop, protagonista di una grande stagione, Campani che porta sempre un contributo importante e non solo per l’esperienza e poi…».
E poi c’è suo fratello Mirza.
«Lui ha la leadership della squadra, assieme a Cappelletti, e trasmette sempre qualcosa ai compagni».
Altri protagonisti di Torino?
«Pinkins: ci avevo giocato contro nel mio primo anno a Roma e ricordo di aver preso due canestri in faccia da lui… E naturalmente anche Clark, che è stato in A con Varese: è un giocatore importante».
La domanda più difficile: chi è il più forte dei fratelli Alibegovic?
«Mirza è sempre stato il numero uno in tutto. Quando ha cominciato a giocare a Udine era già un dominatore. Per noi è sempre stato un punto di riferimento. Volevamo palleggiare con lui per far vedere che eravamo all’altezza del fratello più grande. È sempre andata così, anche se giocavamo a calcio nel giardino di casa, uno contro due: lui stava per preferire il calcio al basket ed era il migliore anche lì, noi fratelli più piccoli cercavamo in ogni modo di emularlo».
Lei però lo ha superato, con la Virtus Bologna?
«No, in realtà continuo a rincorrerlo come sempre. Per me rappresenta un grande stimolo, mi costringe ad essere sempre al suo livello».
Come è stata la sua stagione fino allo scudetto?
«Difficile. Speravo che l’impatto con la nuova squadra fosse più semplice, ho faticato per entrare in sintonia e portare un mio contributo. Ma alla fine credo di essermi meritato una parte del successo finale, aver vissuto i playoff così da protagonista è stata una grande soddisfazione».
Per suo fratello Mirza il problema è stato soprattutto il Covid.
«Il Covid ci ha trascinati giù, ci siamo dovuti impegnare per tornare in alto».
Lei e Mirza siete giocatori capaci di grandi giocate: quando conta il talento in casa Alibegovic?
«Siamo entrambi giocatori che trovano una grande carica nel calore del pubblico. Quando ci riesce un bel canestro e scateniamo i tifosi, andiamo a mille».
Torino ce la fa a conquistare la promozione?
«La vedo una spanna sopra agli avversari. Aspetto Mirza in serie A1».
Il fratello del capitano gialloblù ha appena conquistato lo scudetto con le mitiche V nere
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«Mirza è sempre stato un punto di riferimento Noi piccoli cercavamo soltanto di emularlo»
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«Il calore del pubblico carica entrambi Se scateniamo i tifosi andiamo a mille»