Ex senatore Pd accusò No Tav, il caso finisce alla Consulta
Sarà la Corte Costituzionale a decidere se l’ex senatore del Pd Stefano Esposito debba essere processato per diffamazione nei confronti di due attivisti No Tav - la portavoce Dana Lauriola e Giorgio Rossetto - e dell’ex vicesindaco di San Didero Giorgio Vair. Questa mattina, 22 giugno, il Tribunale di Torino ha accolto l’eccezione presentata dagli avvocati di parte civile sul conflitto di interessi relativo alla decisione della giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei deputati, che aveva ritenuto «insindacabili» le dichiarazioni del parlamentare. La vicenda ruota intorno a un post su Facebook risalente al primo settembre 2012 e pubblicato in occasione di una delle tante mobilitazioni No Tav a ridosso del cantiere dove sono in corso i lavori di realizzazione dell’opera. Il senatore aveva scritto: «Stanotte durante l’attacco al cantiere di Chiomonte indovinate un po’ chi dava supporto ai teppisti, via cellulare, dei movimenti della polizia? Giorgio Vair, (v.sindaco di San Didero), il tutto coordinato da Dana Lauriola, portavoce di Giorgio Rossetto, che è agli arresti domiciliari e quindi dispensa ordini dalla poltrona di casa sua. Un vero schifo!». Da qui la denuncia dei No Tav, l’apertura di un fascicolo per diffamazione e, infine, la citazione diretta di fronte al Tribunale. La prima udienza era stata fissata nel 2017. L’avvocato difensore di Esposito ha chiesto l’assoluzione, sottolineando la non sindacabilità delle parole del parlamentare. Ma a sorpresa è arrivata l’eccezione di costituzionalità dei legali dei No Tav.