Corriere Torino

Continua la strage sul lavoro Travolto da assi da verniciare Imprendito­re muore a 47 anni

Un infortunio che allunga la drammatica catena di vittime in Piemonte

- Di Floriana Rullo

Ancora incidenti mortali sul lavoro in Piemonte. Salgono così a venti, dall’inizio dell’anno ad oggi, le vittime decedute mentre stavano svolgendo il loro mestiere. Uno a settimana solo nel nostro territorio.

Un dato che non si arresta e che evidenzia la mancanza di sicurezza e i pochi controlli che vengono effettuati sui cantieri. L’ultimo caso, che si aggiunge al lungo elenco di decessi, è avvenuto ieri a Crevacuore, nel Biellese.

A perdere la vita Luca Aimone Ceschin un 47enne residente a Coggiola. Stava spostando con un carrello delle assi che doveva verniciare per conto della sua attività, la Colordue di Crevacuore, dove era titolare insieme all’altro socio Marco Sartore, quando il carico gli è caduto addosso. La catasta di legna l’ha schiacciat­o. Una tonnellata di materiale che non gli ha dato scampo. Subito soccorso dagli uomini del 118 le sue condizioni sono state giudicate disperate.

Trasportat­o con l’elisoccors­o all’ospedale di Novara è morto poco dopo il ricovero nel reparto di rianimazio­ne. Sono in corso le indagini dei carabinier­i.

Sul luogo della sciagura sono arrivati anche gli ispettori dello Spresal che dovranno indagare sulle cause dell’incidente. Qualche settimana fa a perdere la vita, sempre mentre stava lavorando all’interno di una ditta, la Margaritel­li in frazione Rodallo di Caluso, era stato Fiorenzo Canonico. L’operaio di 60 anni, residente a Montanaro,lavorava nel reparto dove vengono prodotte traversine per le ferrovie.

Era caduto da una pedana circa tre metri e per lui non c’era stato più nulla da fare. La stessa sorte, qualche giorno prima, era toccata in provincia di Cuneo a due operai che lavoravano nelle cantine Fratelli Martini di Cossano Belbo.

A perdere la vita Gerardo Lovisi e Gianni Messa, 58 anni ingegnere e capo della sicurezza. Il primo era entrato in una botte dove non c’era ossigeno per recuperare un attrezzo ed aveva perso conoscenza. Il secondo era corso in suo aiuto nel tentativo di salvarlo. Sempre ieri a Biella c’è stato anche un incidente, fortunatam­ente non grave.

Vittima un uomo di 83 anni rimasto ferito dopo essersi ribaltato con il trattore. E’ l’ultimo, anche in questo caso, di una lunga serie di episodi. Tra gennaio e marzo del 2020, prima che iniziasse il lockdown,

sono stati segnalati agli uffici territoria­li sono stati oltre 10 mila i casi.

Quest’anno, nello stesso trimestre, sono stati quasi lo stesso numero, per lo più nel settore industria e servizi. Dati che preoccupan­o i sindacati che si battono da tempo per poter aprire una vertenza sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.

«Come organizzaz­ioni sindacali — hanno sottoscrit­to Cgil, Cisl e Uil — consideria­mo la sicurezza sul lavoro un diritto fondamenta­le. Pretendiam­o zero morti. Per noi il tema della salute e sicurezza è fondamenta­le. La scia di sangue che sta toccando il nostro Paese è inaccettab­ile, non è possibile accettare che i lavoratori perdano la vita ogni giorno».

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