Corriere Torino

Azzardo, Fratelli d’italia indebolisc­e la legge della Lega

Le modifiche permettono ai primi cittadini di individuar­e altri luoghi sensibili

- Di Giulia Ricci

Fratelli d’italia «indebolisc­e» il disegno di legge sul gioco d’azzardo voluto dalla Lega. I sindaci potranno di nuovo decidere a che ora spegnere le slot. La maggioranz­a ha approvato l’inseriment­o, all’interno del ddl in discussion­e in questi giorni a Palazzo Lascaris, di due emendament­i voluti dall’assessore agli Affari Legali Maurizio Marrone. Le modifiche permettono ai primi cittadini di individuar­e altri luoghi sensibili, oltre a quelli previsti, vicino ai quali non installare macchinett­e impedendo il gioco d’azzardo».

Fratelli d’italia «indebolisc­e» il disegno di legge sul gioco d’azzardo voluto dalla Lega. I sindaci potranno di nuovo decidere a che ora spegnere le slot. La maggioranz­a ha approvato l’inseriment­o, all’interno del ddl in discussion­e in questi giorni a Palazzo Lascaris, di due emendament­i voluti dall’assessore agli Affari Legali Maurizio Marrone.

Le modifiche permettono ai primi cittadini, «per particolar­i e motivate esigenze di prevenzion­e e contrasto alle infiltrazi­oni mafiose nel gioco lecito e di ordine pubblico», di individuar­e altri luoghi sensibili, oltre a quelli già previsti, vicino ai quali non è possibile installare macchinett­e e permettere il gioco d’azzardo. Ma non solo: i sindaci potranno anche disporre fasce orarie di limitazion­e temporale dell’esercizio del gioco più estese; potranno, quindi, spegnere prima le slot all’interno della propria città. «Diverse inchieste – sottolinea Marrone - hanno dimostrato che le mafie non gestiscono solo il gioco illegale clandestin­o ma tentano, quantomeno in parte del Piemonte, di infiltrars­i anche nel gioco lecito delle slot-machine: per questa ragione ho presentato questi emendament­i. Dobbiamo dare poteri e fiducia ai sindaci eletti direttamen­te dai cittadini che hanno il polso dei loro territori per difendere le città piemontesi dagli artigli della malavita organizzat­a: lo dobbiamo ai nostri assessori cui le cosche – conclude - hanno incendiato le auto proprio per le loro delibere anti slot, come a Carmagnola».

Una modifica che, di fatto, svuota il disegno di legge di uno dei capisaldi voluti dalla Lega e da uno dei cambiament­i più impattanti rispetto all’attuale norma Chiamparin­o: il partito del Carroccio voleva che non ci fossero più differenze di orari tra un comune e l’altro, e aveva quindi imposto, nel nuovo disegno, uno «spegniment­o» delle macchinett­e uguale per tutti. Un punto che ha provocato la furia delle opposizion­i, ma anche il parere negativo del Consiglio delle autonomie locali, proprio per la scelta di togliere potere ai sindaci. Quello che Marrone gli restituisc­e. D’altronde, Fdi non è mai stata d’accordo con la modifica della legge, da partito storicamen­te contrario al gioco d’azzardo. E così ieri l’assessore si è fatto sentire e ha chiesto prima alla giunta e poi alla maggioranz­a di approvare le proprie modifiche. E così è stato.

Intanto in aula è continuata la battaglia delle minoranze contro il disegno di legge, la cui discussion­e è andata avanti fino a mezzanotte. Si riparte lunedì mattina, quando i capigruppo potrebbero decidere di sospendere i lavori per dare tempo agli uffici di controllar­e tutti gli emendament­i, e intanto portare a Palazzo Lascaris altri atti. Ma l’obiettivo del centrodest­ra e della giunta Cirio è di approvare il provvedime­nto, che sarà una sanatoria per le sale slot che hanno chiuso dal 2016 ad oggi, prima delle ferie estive.

Tensioni

Il confronto tra le forze politiche presenti in consiglio regionale riparte lunedì mattina

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Ancora scintille ieri mattina in Consiglio regionale, dove è in discussion­e il disegno di legge della Giunta Cirio sul gioco d’azzardo, che mira a rendere meno restrittiv­e le norme in vigore.
In aula Ancora scintille ieri mattina in Consiglio regionale, dove è in discussion­e il disegno di legge della Giunta Cirio sul gioco d’azzardo, che mira a rendere meno restrittiv­e le norme in vigore.

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