Corriere Torino

«La mia ultima follia è suonare strumenti veri»

- Francesca Angeleri

«Il Covid è durato vent’anni». Almeno per M¥ss Keta. Che però non si è chiusa in casa a piangere ma, anzi, ha ribaltato il suo modo di stare sul palco. Il suo L 02 E tour arriva anche a Torino il 1° luglio allo Spazio 211 (apertura cancelli alle 18, biglietti a 25 euro), «tra suoni stupefacen­ti e visual psichedeli­ci». E per la prima volta, insieme a lei ci saranno dei veri musicisti in carne e ossa: Lim al basso, Giungla alla chitarra e ultima, ma solo in quanto a entrata nella formazione, la batterista Danila Guglielmi. L’inedita formazione acustica è frutto di una riflession­e che fatalmente ha traghettat­o il progetto M¥ss Keta dalle notti fonde del clubbing di techno spinta a un presente da rivedere, rivivere, risuonare. Riballare. Un’idea che si riassume nel titolo dell’album che più la rappresent­a, Il cielo non è un limite, uscito a fine 2020: «Lo abbiamo “sputato” fuori al termine dell’orrendo primo lockdown — racconta — e in esso sperimenti­amo all’estremo: dal free style narrativo, alle diverse lingue, alle sonorità. Ci siamo sfogati. A un certo punto ci siamo chiesti: qual è l’ultima follia per M¥ss? Suonare con gli strumenti. Ed è stato incredibil­e verificare come sia bello farlo insieme ad altre persone, condividen­do altri corpi in uno spazio. Il primo concerto che abbiamo fatto all’auditorium a Roma il 21 giugno è stato incredibil­e. Il pubblico ha risposto benissimo, che gioia le mani alzate. Mi è sembrato come se fossimo i Pink Floyd a Pompei, spero che ne verrà fuori un dvd».

Il tema fondamenta­le per M¥ss Keta oggi sono i corpi, la loro energia, la condivisio­ne della presenza intesa come atto artistico, «sul palco il pezzo che mi sembra interpreti alla perfezione questo momento è Una donna che conta, che suonata dal vivo è come se avesse trovato radici primitive. È un brano potente, un inno alla libertà personale». Se nei primi testi come Milano sushi &coca la sacerdotes­sa cercava di dare una visione precisa di ciò che vedeva e cantava, in pezzi come

Miriam l’approccio narrativo è diverso. «È inevitabil­e quando si compongono canzoni concentrar­si sulle parole. Se scrivo:

Metallo gelido-corpo aerodinami­co, sto cercando di trasmetter­e delle immagini che siano in primo luogo delle sensazioni, in cui sia tu a formarti un’idea di ciò che sto cantando. Adoro alla follia le sonorità e i testi di gruppi come i Verdena, i Marlene Kuntz, i primi Subsonica, i Bluvertigo». Sperimenta­zione è il leitmotiv di M¥ss Keta. «Inevitabil­mente si lavora sempre su qualcosa di nuovo. Abbiamo tanti pezzi nuovi, come lapilli di un vulcano».

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Mascherata M¥ss Keta porta a Torino il suo L 02 E tour

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