«La mia ultima follia è suonare strumenti veri»
«Il Covid è durato vent’anni». Almeno per M¥ss Keta. Che però non si è chiusa in casa a piangere ma, anzi, ha ribaltato il suo modo di stare sul palco. Il suo L 02 E tour arriva anche a Torino il 1° luglio allo Spazio 211 (apertura cancelli alle 18, biglietti a 25 euro), «tra suoni stupefacenti e visual psichedelici». E per la prima volta, insieme a lei ci saranno dei veri musicisti in carne e ossa: Lim al basso, Giungla alla chitarra e ultima, ma solo in quanto a entrata nella formazione, la batterista Danila Guglielmi. L’inedita formazione acustica è frutto di una riflessione che fatalmente ha traghettato il progetto M¥ss Keta dalle notti fonde del clubbing di techno spinta a un presente da rivedere, rivivere, risuonare. Riballare. Un’idea che si riassume nel titolo dell’album che più la rappresenta, Il cielo non è un limite, uscito a fine 2020: «Lo abbiamo “sputato” fuori al termine dell’orrendo primo lockdown — racconta — e in esso sperimentiamo all’estremo: dal free style narrativo, alle diverse lingue, alle sonorità. Ci siamo sfogati. A un certo punto ci siamo chiesti: qual è l’ultima follia per M¥ss? Suonare con gli strumenti. Ed è stato incredibile verificare come sia bello farlo insieme ad altre persone, condividendo altri corpi in uno spazio. Il primo concerto che abbiamo fatto all’auditorium a Roma il 21 giugno è stato incredibile. Il pubblico ha risposto benissimo, che gioia le mani alzate. Mi è sembrato come se fossimo i Pink Floyd a Pompei, spero che ne verrà fuori un dvd».
Il tema fondamentale per M¥ss Keta oggi sono i corpi, la loro energia, la condivisione della presenza intesa come atto artistico, «sul palco il pezzo che mi sembra interpreti alla perfezione questo momento è Una donna che conta, che suonata dal vivo è come se avesse trovato radici primitive. È un brano potente, un inno alla libertà personale». Se nei primi testi come Milano sushi &coca la sacerdotessa cercava di dare una visione precisa di ciò che vedeva e cantava, in pezzi come
Miriam l’approccio narrativo è diverso. «È inevitabile quando si compongono canzoni concentrarsi sulle parole. Se scrivo:
Metallo gelido-corpo aerodinamico, sto cercando di trasmettere delle immagini che siano in primo luogo delle sensazioni, in cui sia tu a formarti un’idea di ciò che sto cantando. Adoro alla follia le sonorità e i testi di gruppi come i Verdena, i Marlene Kuntz, i primi Subsonica, i Bluvertigo». Sperimentazione è il leitmotiv di M¥ss Keta. «Inevitabilmente si lavora sempre su qualcosa di nuovo. Abbiamo tanti pezzi nuovi, come lapilli di un vulcano».