Corriere Torino

Il sindacalis­ta no green pass con il green pass

Michele Schifone: «Ho dovuto farlo per poter assistere mia moglie»

- Massimo Massenzio

Michele Schifone è un no green pass col green pass. È un sindacalis­ta Faisa Cisal della Gtt e venerdì scorso era in piazza Castello a manifestar­e contro il «lasciapass­are imposto dal governo», ma quando il prefetto Claudio Palomba ha accettato di ricevere una delegazion­e del Gruppo Torinese Trasporti, ha mostrato senza particolar­e imbarazzo il regolare certificat­o verde. Lui, infatti, è uno dei vaccinati della prima ora, ma non vede alcuna contraddiz­ione nel suo comportame­nto e respinge al mittente le possibili ironie: «Chi pensa che tutti quelli che protestano siano no vax incalliti si sbaglia di grosso. Le anime del dissenso sono tante e noi non siamo assolutame­nte contro le vaccinazio­ni, anche se ho avuto molte perplessit­à in merito a questo vaccino. L’ho “dovuto” fare per assistere mia moglie, che deve sottoporsi a cicli di chemiotera­pia, ma non è questo il punto. Io combatto quella che ritengo un’imposizion­e discrimina­toria e soprattutt­o illogica. Anche se non mi danneggia direttamen­te». Nella stessa piazza dove ha parlato Schifone, però, sono stati bruciati fac-simile di green pass con la svastica nazista e sono stati affissi i nomi dei presunti cittadini morti «per colpa del vaccino». Posizioni estremiste dalle quali il sindacalis­ta e il sindacato prendono apertament­e le distanze. Convinti che, anche affiancand­ole al grido di «no green pass», non si rischi di supportarl­e: «Noi non siamo estremisti e non abbiamo preso parte al corteo non autorizzat­o, ci siamo staccati – ribatte convinto Schifone –. La nostra posizione è chiarissim­a. Per noi non è normale che per salire sui mezzi pubblici basti la mascherina, senza alcun rispetto delle distanze di sicurezza, permettend­o assembrame­nti incontroll­ati, mentre per lavorare su bus e tram il dipendente debba essere in possesso del green pass. E soprattutt­o è vergognoso che chi non lo possieda rimanga a casa sospeso e senza stipendio». Obiezioni che sembrano tagliate solo sulla categoria, ma neppure su questo Schifone è d’accordo: «L’italia è l’unico Paese europeo che sospende lavoratric­i e lavoratori che non sono in possesso del certificat­o verde – conferma -. Noi chiediamo tamponi gratuiti per tutti, vaccinati e non. Fatti su larga scala, del resto, rappresent­erebbero un costo irrisorio e perfino deducibile per le aziende». Di fatto un «Sì green pass, purché gratuito». Dimentican­do che in piazza, accanto ai sindacati, c’era anche chi definiva i tamponi «tortura di Stato».

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Schifone mostra il certificat­o per accedere in prefettura e incontrare Palomba
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