Corriere Torino

«Racconto Ezio Bosso attraverso 12 stanze»

- Luca Castelli

Capita abbastanza spesso di uscire euforici da un concerto. Più raramente che quell’emozione si traduca in un rapporto così forte, duraturo e profondo da spingerti a scrivere un libro. Quello che Elena D’ambrogio Navone presenterà stasera al Circolo dei Lettori, L’ultima nota. Omaggio a Ezio Bosso (Cairo Editore, con prefazione di Carlo Conti), è proprio il frutto di una simile scintilla.

«Era una sera di un paio d’anni fa all’auditorium del Lingotto», racconta la scrittrice di origini pugliesi, residente a Torino. «Come molti, avevo conosciuto Ezio Bosso grazie alla sua partecipaz­ione al Festival di Sanremo del 2016, ma mi trovavo al suo concerto quasi per caso, perché un’amica aveva i biglietti. Alle prime note di Unconditio­ned, Following a Bird ho pensato: non è possibile, esiste davvero una sensazione del genere? Era come se qualcosa mi stesse cambiando dentro, come se fosse il primo mattoncino di una nuova edificazio­ne. Ancora oggi, mi sembra di rivivere quel momento».

Dopo la scomparsa dell’artista, il 14 maggio 2020, «ho pensato che mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa su di lui. Non una biografia, però, non mi sarei mai permessa: io sono sempliceme­nte una delle migliaia di persone che gli ha dato la mano una sera dopo un concerto. Ho preso spunto dal libretto di The 12th Room, quello in cui Bosso parla della teoria delle “dodici stanze” che dà il titolo al disco. Ho deciso che avrei raccontato quelle stesse stanze, come le ho vissute io. Mi è sembrata la cosa più vicina a un omaggio che potessi fare. Poi ho aggiunto qualche piccolo aneddoto, il ricordo di una chiacchier­ata, un sorriso, frutto di conversazi­oni con il pianista Francesco Mazzonetto, che lo ha conosciuto».

Stasera il giovane musicista torinese sarà uno dei protagonis­ti della presentazi­one al Circolo, a cui parteciper­anno Oscar Giammarina­ro (che con Ezio “Xico” Bosso ha condiviso infiniti sabati pomeriggio da «mod», in quell’angolo di piazza Statuto che oggi porta il nome del compositor­e), il direttore di Torino Magazine Guido Barosio e il direttore di Corriere Torino Marco Castelnuov­o. «Francesco suonerà qualche brano, poi mi piacerebbe che la presentazi­one diventasse una chiacchier­ata spontanea, toccando vari temi: dalla musica alla torinesità di Ezio, il suo essere un ragazzo di Torino e del Toro». Ma se dovessimo condensare il libro in una frase, cosa le ha lasciato Ezio Bosso? «Il coraggio di osare, anche di perdermi, senza avere paura dei cambiament­i o di non essere adeguata».

Cosa mi ha lasciato Bosso? Il coraggio di osare, anche di perdermi

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Ezio Bosso (1971-2020) al Festival di Sanremo 2016
Pianista Ezio Bosso (1971-2020) al Festival di Sanremo 2016
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