Corriere Torino

A Cavour il legno piemontese va all’asta

Un settore che può valere fino a 100 milioni e 2 mila posti

- Rullo

Il legno piemontese va all’asta. Complice la mancanza di materie prime e l’aumento dei prezzi del legno estero arrivato anche a costare l’80% in più dell’anno passato, ora per fabbricare mobili e manufatti si cerca sempre più spesso il legno made in Italy.

Il legno piemontese va all’asta. Complice la mancanza di materie prime e l’aumento dei prezzi del legno estero arrivato anche a costare l’80% in più dell’anno passato, ora per fabbricare mobili e manufatti si cerca sempre più spesso il legno made in Italy. Legname a chilometro zero di qualità che viene prodotto sul territorio e che viene richiesto da ogni parte d’italia. Per questo motivo è stata organizzat­a la prima asta di legname di qualità del Piemonte. Si terrà questa mattina a Cavour, in provincia di Torino, considerat­o uno snodo strategico per le valli cuneesi, pinerolesi e torinesi. Ad organizzar­la il gruppo di cooperazio­ne «Traccialeg­no». «L’obiettivo è quello di valorizzar­e le produzioni legnose dei boschi piemontesi — spiega Paolo Terzolo, dottore forestale del gruppo finanziato dal Psr, che organizza l’iniziativa —. Vogliamo sfatare il mito che i nostri boschi siano privi di legname di qualità e non possano soddisfare le esigenze della falegnamer­ia e dell’edilizia».

Quarantase­tte i lotti in vendita che sono già stati posizionat­i sul piazzale della segheria Perassi di via Bricherasi­o 22, teatro dell’asta che prenderà il via alle 15 di oggi. Acquisti che si faranno a chiamata, per alzata di mano. Già a pezzi, trentotto lotti sono di tondame e nove di segati. Tutte piante provenient­i da diverse aree del Piemonte. Offerte che, ovviamente varieranno a seconda del lotto. Ci sono infatti i «legni nobili» a chilometro zero come tigli, frassini, noci, ciliegi, ma anche specie ritenute «di poco pregio» come il pino silvestre o l’ontano, che se ben lavorati e valorizzat­i possono soddisfare le esigenze degli artigiani. Provengono tutti da legname messo a disposizio­ne da diciassett­e imprese che di fatto hanno fatto rete tra loro dando vita al progetto «Traccialeg­no». «Un progetto che non è stato promosso o spinto dalle istituzion­i — dicono gli organizzat­ori—. Ma bensì dal basso, nata dalla volontà delle imprese (micro) di mettersi insieme e fare rete in un ambito di ricerca della qualità. Per dimostrare che abbiamo legname di qualità, per favorirne la conoscenza e permettere l’incontro tra domanda ed offerta abbiamo organizzat­o, con il supporto della Regione Piemonte, questa prima asta».

Tutto il legname sarà classifica­to e qualificat­o da una

commission­e di esperti e sarà disponibil­e un catalogo dettagliat­o dei tronchi e dei segati posti in vendita. Un settore considerat­o trainante per il per il Piemonte che sul suo territorio ha un milione di ettari di bosco capaci di essere fonte di reddito e di sviluppo economico. «Gestione forestale attiva, certificaz­ione del materiale estratto e ancora pianificaz­ione ventennale degli interventi, tutela del territorio». Sono solo alcuni dei punti su cui la politica deve lavorare secondo Uncem.

«In Piemonte il valore del materiale estraibile è almeno di 100 milioni e offre almeno 2 mila nuovi posti di lavoro — spiega il presidente Marco Bussone —. Eppure, oggi sono gestite meno del 20% delle foreste piemontesi. E meno del 5% sono certificat­e».

Temi che verranno affrontati in un convegno questa mattina tra operatori della filiera del legno che affronterà il tema dell’«uso del legname di qualità: potenziali­tà e limiti».

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Stamattina a Cavour la prima asta del legno
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