Gaudenzi promuove Torino «Spettacolo, e atleti contenti»
Il presidente di Atp fa il punto prima del week end decisivo delle Finals «Raccogliere l’eredità di Londra non era facile. E ora si può migliorare»
«Torino è promossa». Oggi inizia il weekend decisivo, che porterà all’assegnazione del titolo di Maestro. Siamo quindi in pratica all’ultimo chilometro della prima, storica edizione italiana e torinese delle Atp Finals e la città continua a raccogliere consensi. L’esame sembra superato, al netto dei pur evidenti (alcuni evitabili) problemi organizzativi e del caos biglietti che hanno segnato il decollo della manifestazione. «Torino è promossa» applaude Andrea Gaudenzi, il presidente dell’atp, l’associazione dei tennisti professionisti, che ha portato l’evento sotto la Mole fino al 2025. «Sono molto soddisfatto della scelta e di come sta andando. Confesso che c’era un po’ di paura e tensione: un anno fa siamo venuti a fare un sopralluogo e non c’era niente. Raccogliere il testimone da Londra era tutt’altro che semplice; il confronto era difficile da reggere».
Il giudizio di Gaudenzi è la cartina di tornasole migliore perché riflette la voce degli atleti e Torino ha saputo conquistare i protagonisti dello show. A cominciare dalle strutture. «Il Palaalpitour è stupendo — riflette —, è forse addirittura più compatto che la O2 Arena e gli spettatori sono più vicini al campo. Abbiamo fatto un grande lavoro sulla scenografia, sull’audio». Un’eredità, il palasport, dell’olimpiade 2006. «E poi c’è il complesso dello Sporting, dedicato agli atleti, che possono allenarsi e rilassarsi. Bellissimo: devo ringraziare il Circolo della Stampa per l’investimento compiuto. I giocatori sono molto contenti, alcuni hanno detto di stare meglio qui che a Londra».
Uno di questi è sicuramente Alexander Zverev che ieri, dopo la vittoria su Hurkacz che gli ha regalato il pass per la semifinale, ha sottolineato che «Torino batte Londra per i tifosi, per gli spogliatoi e per il cibo». Ma anche il norvegese Casper Ruud si è mostrato sulla stessa linea: «Giocare in Italia è sempre bello perché i fan sono molto appassionati. Mi sto comunque godendo ogni giorno qui, una bellissima città, un bellissimo stadio». Zverev, adottato spontaneamente dal pubblico del Palaalpitour, dopo l’abbraccio e le parole sentite dedicate a Matteo Berrettini post infortunio, ha potuto apprezzare ancora una volta la passione dei fan ieri sera al rientro all’hotel Principi di Piemonte. Erano davvero tanti che lo attendevano per un selfie oun autografo e il tedesco ha accontentato tutti.
Gaudenzi spiega: «I giocatori sono rimasti soddisfatti dalla logistica favorevole, meno dispersiva rispetto a Londra: l’hotel è vicino allo stadio, così come lo Sporting, il centro città che è facilmente
❞ Zverev innamorato La città batte Londra per i tifosi, per gli spogliatoi e per il cibo
raggiungibile e pure la qualità degli spogliatoi ha influito molto. Del cibo non ne parliamo, perché su questo battiamo Londra facilmente».
La macchina delle Finals, in ogni caso, non è stata perfetta. Non tutto ha funzionato a dovere, in particolare nella gestione dei biglietti, dopo che il Comitato tecnico scientifico ha negato l’aumento della capienza del Palaalpitour. Gaudenzi non si nasconde: «La co-gestione Atp-fit non facilita. Ci sono tante cose da migliorare, a cominciare dai ticket e dalle code agli ingressi, e lo faremo, ma non è stato semplice. Come “anno uno”, con tutte le difficoltà legate al Covid e le altissime aspettative, siamo soddisfatti. Si poteva partire peggio, insomma. Torino ha superato l’esame, è promossa».
Gaudenzi poi apre la porta all’ipotesi di portare le Next Gen, il Masters riservato ai migliori Under 21, da Milano a Torino. «C’è chi ha ipotizzato di portarlo nello stesso luogo del torneo dei grandi ma la settimana prima - spiega -: non è un’idea malvagia». Ieri sera, intanto, Torino ha salutato Sinner. Per Jannik, il sogno della semifinale è svanito nel primo pomeriggio con la vittoria di Zverev ma la passione non si è spenta. In 200 hanno assistito al suo allenamento di rifinitura e un’ovazione lo ha accompagnato in campo per la sfida contro il russo Medvedev. Arrivederci, sperano tutti, nel 2022.
L’ipotesi Next Gen
«Portare qui da Milano anche il torneo dei giovani? Non è un’idea malvagia»