Arena piena, non i musei. L’anno prossimo Torino sappia osare di più
Torino nel pomeriggio di mercoledì ha restituito due immagini particolari tra le tante che illustrano quotidianamente la città. Il Palaalpitour traboccante di persone accorse per assistere alle Atp Finals di tennis (al netto di quelle che sono rimaste fuori) e il Museo dell’automobile che — minuto più, minuto meno — tra le 17 e le 18.30 era visitato soltanto da un papà che accompagnava per le sale deserte la sua figlioletta incuriosita e ammirata da tante automobili.
Ora è evidente che qualcosa non giri per il verso giusto. Come è possibile che nella settimana delle Atp Finals al Museo dell’automobile — tanto per citarne uno — ci siano due sole persone in visita? Poi potrebbe anche esserne arrivata qualcun’altra, il discorso non sarebbe cambiato. Si sarebbe trattato di pochi visitatori e non di folle traboccanti (vedi Palaalpitour). Si obietterà che chi viene a Torino per vedere le partite di tennis resta in zona Palaalpitour e che — appagato dallo spettacolo degli otto migliori giocatori al mondo che si sfidano — non abbia voglia di girare per la città e vedere altro. La contro obiezione: le partite poi finiscono e quel pubblico (specie quello della mattina o chi si trattiene più giorni) potrebbe essere invitato a scoprire Torino e le sue offerte. A una condizione però: che le offerte si mostrino, si facciano conoscere e riconoscere. Come? Si potrebbe iniziare con cartelloni — ben visibili — nell’area del Palaalpitour che dicano: ehi turista, guarda che a pochi minuti da qui (i famosi quindici minuti) ci sono questi musei. Ci puoi arrivare con questi mezzi e la visita dura un paio d’ore se non vuoi trattenerti di più. Insomma Torino dovrebbe percorrere con più convinzione la promozione di sé. Come un po’ ha provato a fare il Museo Egizio che ha ospitato Matteo Berrettini e la fidanzata Ajla Tomljanovic in giro tra sarcofagi e papiri. Uno spot niente male. Destinato però a rimanere un unicum nel recente panorama cittadino.
Al termine delle Atp Finals sarà interessante confrontare gli ingressi nei musei tra la settimana tennistica e la stessa dello scorso anno (al netto ovviamente del condizionamento pandemico).
I numeri parlano meglio di qualsiasi congettura. E in attesa di poterli confrontare, non resta che ripensare alla tranquillità con cui quel papà e la sua figlioletta si sono goduti il Museo dell’automobile. Una tranquillità forse eccessiva. Nella settimana delle Atp.