Pd, idea Cerabona per il post Carretta
Parte la corsa per il congresso. Il segretario: «Cedo il passo»
LSoluzione unitaria
Si cerca un nome condiviso come quello dell’attuale presidente La frecciata a Boccia
❞ Si può cedere il passo anche dopo una vittoria Non come certuni che restano attaccati alla poltrona anche quando perdono
a corsa è appena iniziata e prima di entrare nel vivo ci sarà da superare la tappa intermedia delle elezioni per la Città metropolitana: un appuntamento che ha spinto i dirigenti del partito a chiedere al Nazareno di spostare di due mesi la data del congresso all’inizio previsto a dicembre. Il Pd torinese si prepara così al cambio della guardia: il segretario uscente Mimmo Carretta (nel frattempo entrato nella squadra di Stefano Lo Russo) ha fatto sapere l’altra sera di non essere disposto a ricandidarsi. «Si può decidere di cedere il passo anche dopo una vittoria meravigliosa, a differenza di quei culi di pietra che restano attaccati alle poltrone anche quando perdono», ha detto durante la riunione della direzione, non senza lanciare una frecciata al responsabile nazionale degli enti locali Francesco Boccia, che aveva minacciato i vertici torinesi convinti della candidatura del professore del Politecnico di mandare «tutti a casa» in caso di sconfitta alle Comunali.
I dem scaldano dunque i motori in vista di febbraio, quando gli iscritti saranno chiamati a eleggere i nuovi organi di governo dei democratici. L’ipotesi per ora più accreditata mira a una soluzione unitaria e all’individuazione di un nome che metta d’accordo tutte le anime dem. «Nessuno in questo momento, dopo la vittoria senza precedenti in Comune, sembra intenzionato a una guerra a colpi di tessere», ragiona un dirigente di lungo corso. Una possibilità di cui si è cominciato a parlare in questi giorni riguarda la discesa in campo dell’attuale presidente dell’assemblea metropolitana Domenico Cerabona: una soluzione che, almeno sulla carta, potrebbe accontentare maggioranza e minoranza nel partito. Si vedrà. I giochi entreranno nel vivo dopo Natale. L’unica certezza per ora è che Carretta, difensore dell’autonomia del Pd torinese di fronte alle pressioni dei vertici romani che spingevano verso l’alleanza con il M5S e mai avrebbero scommesso sulla vittoria di Lo Russo, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa.