Iveco in Borsa il 3 gennaio, niente dividendi per il 2022
L’ad Marx: «Zero emissioni entro il 2040 e 17 miliardi di ricavi nel 2026». La sede legale ad Amsterdam
La scissione e poi la quotazione il 3 gennaio a Piazza Affari di Iveco da Cnh Industrial si annuncia con obiettivi molto sfidanti all’investor Day: veicoli elettrici e a idrogeno, a guida completamente autonoma nel 2028, zero emissioni entro il 2024, il 20% di donne in ruoli apicali per il 2026 e ricavi tra 16,5 e 17,5 miliardi nello stesso anno (erano 11,8 miliardi nel 2019).
Lo spin-off creerà una società focalizzata su tre comparti: veicoli commerciali e speciali, quindi bus, truck e mezzi pesanti; «powertrain» cioè sistemi di propulsione e motori con Fpt; e infine servizi finanziari con Iveco Capital. La sede legale della nuova società — controllata da Exor, la holding della famiglia Agnelli, con il 27% e il 41,68% dei diritti di voto — sarà ad Amsterdam, quella operativa a Torino. I soci di Cnh Industrial riceveranno un’azione Iveco ogni cinque azioni Cnh Industrial detenute.
«Non abbiamo stime o attese su quella che sarà la capitalizzazione. Deciderà il mercato», osserva Gerrit Marx, ceo designato di Iveco Group, salutando la quotazione come una «pietra miliare». La presidente invece è Suzanne Heywood su un board formato da otto membri.
«Al momento non abbiamo messo fondi nel piano per operazioni di M&A ma non escludiamo la possibilità per il futuro — prosegue Marx — continuiamo a guardare per eventuali partnership, allearci con giovani aziende che orbitano intorno a noi, magari faremo investimenti a un certo punto nel futuro ma per ora non è nel piano». Per i primi 12 mesi del 2022 Iveco non staccherà dividendi, fa sapere il cfo Oddone Incisa. «Ma nel piano ne abbiamo considerato il pagamento dal 2023 al 2026».
La presenza nel Nord America sarà rafforzata attraverso la partnership per i camion elettrici con Nikola, stretta nel 2019. Insieme le due società svilupperanno camion a cabina avanzata elettrici, a batteria e a celle a combustibile a idrogeno, che saranno prodotti in Europa attraverso una joint-venture al 50%, e negli Stati Uniti da Nikola Corporation.
Quest’anno invece il gruppo ha avviato un programma con Plus AI con l’obiettivo di costruire camion a guida autonoma di livello 4 (cioè completa) entro il 2028. In caso di successo, questo progetto potrebbe portare a miglioramenti fino al 20% della produttività e fino al 5% del consumo di carburante. Inoltre, il gruppo ha anche un programma congiunto con Easymile per sviluppare un autobus a guida autonoma di qui a 4 anni.
L’intenzione di Cnh Industrial
di separare le attività «On-highway» (ora Iveco) e «Off-highway» (macchine per l’agricoltura e le costruzioni) era stata annunciata per la prima volta nel 2019. Cnh Industrial a Torino conta circa 6.000 dipendenti così ripartiti: 2.000 sull’impianto Fpt Industrial, 1.000 su Fpt enti centrali, 2.000 su Iveco e i restanti divisi tra Cnhi enti centrali e il deposito logistico di San Mauro ora destinato a entrare nell’orbita Iveco.
«Davvero un’ottima notizia!» commenta Giorgio Marsiaj, presidente dell’unione Industriali di Torino. «Ho sempre creduto nella sua importanza come tassello strategico del sistema industriale e della mobilità del nostro Paese. La creazione di una società autonoma con il quartiere generale a Torino e il nuovo polo logistico europeo a San Mauro testimonia di come Iveco valorizzi le sue radici torinesi per affrontare il mercato globale».
«Lo spin-off è stato un indirizzo industriale assolutamente da intraprendere per essere competitivi nei prossimi anni e per indirizzare risorse mirate», chiosa Fabio Militto della Fim Cisl.
Giorgio Marsiaj
«Iveco valorizza le sue radici torinesi per affrontare il mercato globale»